La dichiarazione del OMS secondo cui la carne rossa potrebbe essere cancerogena e la carne lavorata industrialmente lo è, ha scatenato il panico. O meglio: il terrorismo mediatico ha scatenato il panico!
Perché i giornalisti, come al solito, hanno tirato fuori il peggio di sé
Ma fra il consumare e l'abusare la differenza è abissale, lo sappiamo bene.
"Per una persona il rischio di sviluppare un tumore colorettale rimane molto basso, ma questo rischio aumenta con il consumo di carne processata."
Da basso rimane basso, semplicemente se le possibilità in media sono meno di 1 su 1000 abitanti (dati estrapolati dal numero di ammalati ogni anno: 50 mila su 60 milioni di abitanti circa, e arrotondati per comodità, in realtà si parla dello 0,083%) non passiamo a 18 su 1000, ma a 1,18 su 1000.
Per sottolineare meglio l'assurdità della cosa cito Salvo di Grazia, dottore e autore del blog PubMed:
"Per favore, fategli sapere che nella stessa classe di rischio c'è la luce del Sole ed il lavoro a turni."
Anche le verdure sottaceto possono causare problemi.
Vogliamo essere ancora più allarmisti: una sola sostanza è stata dichiarata come sicuramente NON CANCEROGENA.
Ti rendi conto dello schifo che fa il giornalismo, a livello mondiale, quando vedi titoli come "la carne rossa come il fumo e l'alcol". Cosa che non è vera nemmeno per niente e che nessuno ha mai sostenuto.
In primo luogo la carne rossa POTREBBE essere cancerogena, ma la novità del comunicato è che NON CI SONO PROVE SUFFICIENTI per dimostrarlo! Insomma, sempre meglio non abusarne e condurre una dieta equilibrata, ma il dato è rimasto fumoso.
Ad essere stata riconosciuta come cancerogena è la carne lavorata.
Per maggiori informazioni leggi questo mio articolo che analizza la questione nel dettaglio.
Ma fra il consumare e l'abusare la differenza è abissale, lo sappiamo bene.
Lo stesso IARC afferma che se consumiamo 50 grammi di carne lavorata al giorno il rischio di ammalarsi di cancro colorettale aumenta del 18%.
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Secondo un giornalista soffre perché ha mangiato un hot dog |
I rischi reali: ben diverso da fumo e alcol
Il 18% di rischio aumentato non è una cifra assoluta. Non significa che mangiando molto prosciutto (molto spesso e per lunghi anni, ci tengo a precisare) si ha una possibilità su cinque di ammalarsi. Infatti più avanti lo IARC stesso afferma:"Per una persona il rischio di sviluppare un tumore colorettale rimane molto basso, ma questo rischio aumenta con il consumo di carne processata."
Da basso rimane basso, semplicemente se le possibilità in media sono meno di 1 su 1000 abitanti (dati estrapolati dal numero di ammalati ogni anno: 50 mila su 60 milioni di abitanti circa, e arrotondati per comodità, in realtà si parla dello 0,083%) non passiamo a 18 su 1000, ma a 1,18 su 1000.
Cancerogeni come le sigarette? Ma nemmeno per sogno! Ma nemmeno se si mangiassero mezzo kg di affettati e due kg di fiorentina abbrustolita al giorno.
Gruppo uno non paragona le sostanze fra di loro
La carne processata quindi è stata inserita nel gruppo 1 insieme a sigarette, alcol, amianto e altro, questo è vero. Ma non si tratta di una CATEGORIA DI RISCHIO, ma una categoria in cui sono inseriti fattori o sostanze PROVATI avere un'azione cancerogena.Ma non è assolutamente vero che queste sostanze abbiano un livello di cancerogenicità paritario o paragonabile, infatti non c'è paragone fra fumo e insaccati, così come non è paragonabile quello fra amianto e fumo di sigaretta.
Per sottolineare meglio l'assurdità della cosa cito Salvo di Grazia, dottore e autore del blog PubMed:
"Per favore, fategli sapere che nella stessa classe di rischio c'è la luce del Sole ed il lavoro a turni."
Anche le verdure sottaceto possono causare problemi.
Vogliamo essere ancora più allarmisti: una sola sostanza è stata dichiarata come sicuramente NON CANCEROGENA.
Una di numero, una soltanto. Vogliamo farci prendere dalla psicosi o vogliamo fermarci a ragionare un attimo. I giornalisti dovrebbero essere regolamentati nelle loro sparate.
Non parlo di mettere un bavaglio all'informazione, sono assolutamente contrario, ma qualcuno dovrebbe multarli pesantemente ogni volta che raccontano panzane o esagerano i fatti per far caciare a guadagnare 100 euro in più da quell'articolo. Insomma un codice deontologico chiaro e preciso e che venga applicato. Basterebbero multe di piccola entità perché questi signori si calmino: diramando migliaia di notizie al giorno verrebbero salassati in pochissimo tempo se il numero di infrazioni fosse troppo elevato.
Detto questo: mangiare bene non significa privarsi di qualcosa. La carne rossa è fondamentale nella nostra dieta. Dobbiamo solo moderarne il consumo, il tipo di cottura e abbinarla ad uno stile di vita sano. Il nostro nemico non è la carne, ma la disinformazione.