Ricerche farlocche criticate per il metodo
Lo scambio di email tra Georg Kailis — imprenditore agricolo con forti interessi nel biologico — e Charles “Chuck” Benbrook — economista agricolo noto per le sue posizioni anti-OGM — ha portato alla pubblicazione di uno studio controverso.
Il paper sosteneva che la coltivazione di piante geneticamente modificate avrebbe causato un aumento nell’uso di pesticidi, a causa della diffusione di erbacce resistenti al glifosato.
⚖️ La causa giudiziaria: una battaglia contro gli OGM (o contro la realtà?)
Tutto ebbe inizio quando Steve Marsh, agricoltore australiano certificato bio, intentò una causa contro il suo vicino Michael Baxter, accusandolo di aver contaminato il suo campo con sementi geneticamente modificate provenienti da una coltivazione di colza OGM. La contaminazione, secondo Marsh, gli costò la certificazione biologica e quindi chiese un risarcimento di 85.000 dollari australiani.
Nonostante la causa fosse debole dal punto di vista legale — la contaminazione era minima e non intenzionale — Marsh ricevette un sostegno sorprendente: oltre 1,5 milioni di dollari in donazioni da gruppi anti-OGM e aziende del biologico, usati per finanziare la battaglia legale. Tra i sostenitori spuntò anche Charles Benbrook, il “ricercatore” già noto per le sue posizioni contro gli OGM, che si offrì come consulente tecnico per 200 dollari l’ora, portando con sé uno studio che “dimostrava” la pericolosità degli OGM.
Il processo, però, si concluse con una sconfitta per Marsh: la Corte Suprema dell’Australia Occidentale stabilì che Baxter non aveva alcuna responsabilità per la perdita della certificazione biologica. Nonostante ciò, Marsh e i suoi sostenitori tentarono di impugnare la sentenza, usando proprio il paper di Benbrook come nuova “prova scientifica”.
Dietro le quinte, emergeva un quadro ben più strategico: Georg Kailis — imprenditore con oltre 30 milioni di dollari investiti nel biologico — aveva contribuito a finanziare la causa, con l’obiettivo non solo di vincere in tribunale, ma di delegittimare gli OGM a livello legislativo, favorendo così i propri interessi economici.
🧠 Il vero colpo di scena
Alla fine, il processo non ha dimostrato la pericolosità degli OGM, ma ha messo in luce qualcosa di ben più interessante: Non è la “lobby degli OGM” a muovere le pedine in questo caso, ma quella del biologico, che ha investito cifre enormi per difendere un modello commerciale e ideologico. Altro che David contro Golia: qui Golia ha il marchio “organic” stampato in bella vista.
🧬 Sicurezza degli OGM: non è magia, è controllo scientifico
Gli OGM non sono “naturalmente sicuri”: lo diventano solo dopo rigorose valutazioni scientifiche. Prima di essere autorizzati, ogni organismo viene analizzato per tossicità, allergenicità, stabilità genetica e equivalenza nutrizionale rispetto alle varietà tradizionali. Secondo EFSA, AIRC e Fondazione Veronesi, gli OGM attualmente in commercio non presentano rischi per la salute, proprio perché hanno superato questi test. La sicurezza, quindi, non è garantita dal concetto di OGM in sé, ma dal metodo con cui vengono sviluppati e controllati.
Dobbiamo però stare in guardia contro i tentativi di sdoganare gli OGM in modo acritico, minimizzando i rischi reali — spesso ignorati da chi li difende a spada tratta. Allo stesso tempo, è fondamentale respingere la demonizzazione ideologica, che rifiuta gli OGM a prescindere dai dati.
Perché diciamolo chiaramente: nessuno dei due estremi ha davvero a cuore il nostro interesse. Solo un approccio razionale e trasparente può tutelare la salute, l’ambiente e la libertà di scelta.
In un mondo dove la verità è spesso ostaggio degli interessi, la vera rivoluzione non è scegliere tra OGM e biologico, ma pretendere onestà da chi ce li vende. Perché il problema non è la tecnologia, ma chi la usa come arma ideologica. E noi, nel mezzo, meritiamo molto di più che slogan e crociate.
🔗 Fonti e approfondimenti
- Genetic Literacy Project – Organic magnate paid anti-GMO researcher
- ABC News Australia – Organic farmer loses GMO contamination case
- EFSA – Genetically Modified Organisms (GMOs)
- AIRC – Cosa sappiamo sugli OGM e la salute
- Fondazione Veronesi – Facciamo chiarezza sugli OGM
- Food Navigator – Benbrook paid to produce anti-GMO research
- Science.org – Benbrook leaves WSU amid controversy