Marina di Massa: il ristorante vegano perseguitato per aver servito pesce

Il caso del Pitagora, poi riaperto come Boccadoro, attaccato da attivisti vegani per aver introdotto il pesce nel menù. Una storia di intolleranza ideologica e sopravvivenza economica.

Nel 2015 un gruppo di vegani poco tolleranti e occupati ha imbrattato un piccolo ristorante, chiamato prima Pitagora poi riaperto con il nome Boccadoro, solamente perché ha deciso di includere il pesce nel menù pur conservando i piatti vegani. Dopo l'azione di vandalismo altri gruppi si sono "mossi" sui social in una campagna diffamatoria.

Perché il ristorante ha cambiato gestione

Nel caso specifico del Pitagora/Boccadoro situato in Marina di Massa semplicemente tenere aperto con il solo menù vegano non garantiva la copertura delle spese e degli stipendi, non c'era abbastanza clientela. Non era economicamente sostenibile, così hanno riaperto inserendo pesce nel menù, pur mantenendo quello vegano precedente.


Niente di scandaloso, un semplice riassetto per evitare di andare in bancarotta.
Come ammesso dal gestore stesso i clienti erano quasi tutti "onnivori", insomma gente che mangia normalmente senza porsi troppi problemi, e che i vegani andavano altrove (in realtà non vanno da nessuna parte, sono solo pochi), costretto a chiudere perché i conti non tornavano ha riaperto con un'altra persona. A quel punto ha ragione lui: che faccio la stessa identica cosa per fallire nuovamente?


Fra l'altro ha ragione anche a sottolineare che lui lavora, non è un missionario o qualche profeta della dieta vegana. Ma tutto questo ai fanatici del sacro cavolo d'argento non è importato, e hanno messo in atto una vera e propria persecuzione ai danni del ristorante.

La persecuzione verde

Parliamo di una persecuzione di stampo settario fra l'altro: come si permette un vegano a servire pesce? Sacrilegio! Bisogna distruggerlo, diffamarlo, intimidirlo e danneggiarlo in ogni modo possibile!
E poi se la prendono se le frange estremiste vengono definite come una setta, che mi venga nuovamente mossa la critica che è una esagerazione!

Bastava fare un giro sulla pagina Facebook del Boccadoro per assistere a cosa stava succedendo: accuse di tradimento, di pensare solo ai soldi, che la cucina faceva schifo e le immancabili recensioni negative organizzate dai bravissimi vegani tolleranti, fra cui nomi noti:

To', la tollerantissima Sbarella incita alle recensioni diffamatorie, che squallore incalcolabile

La verità sul ristorante

Vogliamo vedere se il ristorante era veramente lo schifo che dipingono i fanatici vegani in guerra santa vendicativa?
Numero recensioni negative nella pagina: 21.

Numero di recensioni negative non lasciate negli ultimi giorni dalla jihad vegana: 1, risalente a un anno fa.

Insomma, questo ristorante stava chiudendo a causa del fatto che, nonostante i vegani berciassero di numeri catastrofici, a conti fatti sono quattro gatti e si ben guardano da supportare le piccole realtà, non che il ristorante fosse gestito male. Intanto però chi ha investito il proprio avvenire in un ristorante vegano se la piglia nel deretano e guai a cercare di salvarsi per mantenere la famiglia, guai seri!

A riprova di questo il ristorante Boccadoro esiste ancora nel 2025, nonostante i tentativi di distruzione.

Mai di supporto, sempre distruttivi

Questo è un caso emblematico: piccole realtà che non riescono ad andare avanti perché i vegani non si vedono nemmeno con il binocolo, tutti impegnati a farsi spennare con roba dai prezzi esorbitanti venduta loro da "aziende onnivore" senza che se ne rendano nemmeno conto, ma quando per bisogno uno cambia menù ecco che saltano fuori a frotte.

Ma prima dove erano? Parlano tanto, ma fatti zero. Tranne per distruggere.

E non è nemmeno l'unico caso:

Sage Regenerative Kitchen (California, 2025)

Ex ristorante vegano situato in Echo Park a Los Angeles, ha introdotto carne e latticini nel menù dopo numerose difficoltà (in una grande città piena di hipster, pensa un po'). I gestori avevano addirittura venduto la loro casa per mandare avanti il ristorante.

Ovviamente attaccato da "attivisti" in guerra santa: vandalismi, recensioni negative, proteste con sangue finto. A seguito delle varie azioni di disturbo e discredito il ristorante ha chiuso, dopo 14 anni di attività.

Non si sa quale destino abbiano affrontato i gestori, rimasti senza ristorante e senza casa.

Eleven Madison Park (New York, 2025)

L'Eleven Madison Park di New York è stato il primo ristorante vegano a ricevere tre stelle Michelin, ma evidentemente tutto questo non era sufficiente per tirare avanti. Hanno quindi deciso di reintrodurre carne e pesce nei menù per "inclusività", ma specialmente per sostenibilità economica (ricordiamoci che i vegani sono pochi, anche nelle grandi città).

Ovviamente hanno ricevuto critiche ferocissime da parte della comunità vegana, che idem come sopra erano latitanti finché non sono apparsi i problemi, che li hanno accusati di "tradimento etico".
Qualsiasi cosa significhi.

Questi fanatici devono conoscere il mondo

Facile fare i paladini del sacro cavolo d'argento quando si è ricchi (casi di New York e Los Angeles) o non si rischia niente, stando a casa dei genitori e coltivano le verdurine nel giardino del babbo. Molto facile.

Però perché chi non fa niente dalla mattina alla sera si sente in diritto di dire agli altri come lavorare, e si permettono anche di affermare che "se apri un ristorante vegano non lo fai per soldi".
Oh certo, lo fanno per beneficenza, ma devono rovinarsi anche la vita? Perdere tutto? Vivere sotto i ponti?

Di certo non sfami e tieni al caldo la famiglia con l'etica, e questa gente che non ha mai imparato a vivere lo dovrebbe capire. Facile parlare di ideali, di fregarsene dei soldi e tutto quando a rischiare di rimanere sotto un ponte è qualcun altro, facile! Sono tutti vegani con i ristoranti degli altri!

Il commento dell'anno: ti vuoi arricchire alle spalle degli animali.
I pesci non mi risulta abbiano le spalle...

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.