La storica censura della recensione di Soft Air (Soffiteir) di Yotobi

La ormai famosa recensione di Yotobi su soffiteir è stata censurata, rimossa dalla visione a seguito della segnalazione da parte di un utente. Un vecchio video che aveva rastrellato milioni di visualizzazioni e che ha reso famoso il film, di altrimenti dubbia fama, che recensiva.

Rabbia per un video divertente

Il video di Yotobi, risalente al Febbraio 2012 tempi pioneristici della piattaforma, era divertente e ironico. Difficile pensare che qualcuno se la sia presa così tanto fino ad arrivare a far censurare tale lavoro. Eppure è successo.

Con una segnalazione per violazione del copyright uno sconosciuto, di cui si vocifera il nome ma non ci sono conferme ufficiali, ha ottenuto la rimozione del video nel 2015, scatenando un vero putiferio mediatico con reazioni per lo più contrarie all'azione intrapresa dalla piattaforma e dal segnalatore.

Chi è stato?

Sebbene non ci siano conferme ufficiali, le indiscrezioni indicano un certo Marco Castagna come autore dello strike, che è lo sceneggiatore di quell'esempio di comicità involontaria di pellicola.

Devo ammettere che la cosa non mi stupisce: nonostante la scherzosa recensione di Yotobi avesse fatto molta pubblicità al film, tirandolo fuori dal pantano di indifferenza in cui (giustamente) sprofondava, a distanza di 3 anni e rotti ha fatto eliminare il video.

Non si sa perché, forse semplicemente quando l'ha vista ha rosikato, il che spiegherebbe perché il film facesse oggettivamente schifo. Del resto come aspettarsi altro se non una zappata sui piedi da chi ha ideato un obrobrio di film simile?

La libertà di parola

Recensione Yotobi
E dopo aver sottolineato il magistrale intelletto di chi ha distrutto l'unica fonte di notorietà per il proprio lavoro scadente, veniamo alla libertà di parola:

Veramente non è piaciuta la scherzosa recensione di Karim? Oh poverino, ma che peccato!

Peccato che in Italia la costituzione sancisce il diritto di parola, opinione e di satira.

Anche se si sono attaccati al cavillo della violazione di copyright, unico appiglio con cui censurare il prossimo sul "tubo", complice la meccanicità della difesa messa a disposizione dalla piattaforma stessa in cui devi per forza mettere in mezzo avvocati e non ricordo quali altri accorgimenti dispendiosi in tempo e denaro.

Perché NON E' REATO quanto fatto da Karim (vero nome di Yotobi: Karim Musa).

In Italia non esiste il "Fair use" come inteso negli States, qui abbiamo l’articolo 70 della legge sul diritto d’autore (L. 633/1941) che consente appunto l'uso per motivi di critica, insegnamento, informazione e ricerca purché non in concorrenza commerciale con l'opera originale.
Insomma un recensore può legittimamente usare alcuni spezzoni di un'opera purché la sua recensione non comprenda la maggior parte della pellicola, togliendo potenziale pubblico all'opera originale.
E non ne vieta nemmeno la monetizzazione se l'opera non è centrale.

"Non concorre a costituire il fine di lucro di cui al comma 1 bis dell’art. 70, legge 21 aprile 1941, n. 633, l’eventuale ricorso da parte del soggetto pubblicante o del fornitore della piattaforma a forme di rimborso degli oneri di manutenzione e pubblicazione, quali, a titolo esemplificativo, l’apposizione di banner o l’iscrizione in circuiti pubblicitari, quando la pubblicazione delle opere protette sia accessoria ai contenuti resi disponibili.Fonte

La recensione di Yotobi rientrava pienamente in questo utilizzo lecito, ma appunto come dicevo prima la piattaforma non lasciava molto spazio di manovra e l'unico modo di combattere uno strike simile era quello di mettere in mezzo avvocati e procedimenti penali/civili quindi il 99% delle volte cadeva lì.

Ci sono anche leggi europee a favore:

"Nell’aprile 2007, il Parlamento europeo ha votato in seduta plenaria una relazione che accoglie la proposta della Commissione di una nuova direttiva sul diritto d’autore – Ipred2 – e, nello stesso tempo, introduce una serie di emendamenti.
Uno, in particolare, ricalcato sostanzialmente sul fair use statunitense, stabilisce che la riproduzione in copie o su supporto audio o con qualsiasi altro mezzo, a fini di critica, recensione, informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple per l’uso in classe), studio o ricerca, «non debba essere qualificato come reato»."

Insomma, Yotobi non ha infranto nessun copyright e nessuna legge, ma per i motivi su citati, i diritti della persona nel nostro paese vengono sempre calpestati.

Il paradosso della censura autolesionista

Diciamocelo francamente: non fosse stato per Yotobi di quel film non ne avrebbe parlato praticamente nessuno, e questo genio invece di cavalcare l'onda di successo ha censurato chi ha fatto la sua fortuna.

O poteva farla: una bella ristampa strategica di qualche migliaio di copie in DVD del film messa nei supermercati ad un prezzo accessibile sarebbe sicuramente andata sold out in breve tempo, approfittando della curiosità dei fan di Yotobi.

Curiosità e magari anche fierezza nel possedere un pezzo della storia del loro youtuber preferito.
E invece ha scelto la via dell'infamia, ha scelto di passare per il "villain" della situazione, quello che rovina il divertimento altrui perché non si sa divertire.

Una strategia brillante, se l'obiettivo era farsi odiare dall'intero web italiano.

Inoltre avendo scatenato la rabbia del pubblico in tantissimi hanno salvato il video e ricaricato sui loro canali. A questo punto andare a censurare tutti è divenuto impossibile e ancora oggi nel 2025 è possibile riguardarsi tale recensione.

Che non contiene alcuna offesa gratuita verso nessuno, è semplicemente divertente, in pieno stile Yotobi dell'epoca.

In un’epoca in cui la visibilità è moneta, censurare chi ti ha reso visibile è come strappare l’unico biglietto vincente. Ma forse, per alcuni, il silenzio è più rassicurante della verità.
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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.