I maltrattamenti psicologici e sociali inflitti ai bambini vegani
Ci siamo mai soffermati a pensare cosa subiscono i bambini veganizzati dai genitori?
In questo ultimo periodo è tutto un proliferare di "medici" che consigliano lo "svezzamento vegano" dei bambini, così da farli andare a forza di carote e verza sin dalla nascita. Ebbene, la questione nutrizionale è stata sviscerata parecchio, ma la questione psicologica e sociale no.
Ora, mettete un bambino al posto di un adulto...
Come potrebbe mai vivere felice il povero bambino?
Feste di compleanno? Mai! Non potrebbe mai mangiare quello che mangiano gli altri bambini, il "pericolo" che ingerisca 0,0001 micron di caseina è tanto grosso che i genitori nemmeno ce li mandano. Le rare volte che vanno c'è la madre che fa da sentinella e controlla che il pargolo non socializzi con i bambini normali, condividendo con loro il cibo e la convivialità che fa parte intrinseca della nostra società.
Per non parlare di altre occasioni... qualsiasi evento possa portare in tentazione il pargolo deve essere perentoriamente evitato, sempre e comunque.
Ci sono però alcuni casi in cui proprio non se ne può fare a meno, come campi estivi, colonie sul mare o mense scolastiche. Allora che fa il genitore vegano? Terrorizza il pargolo in
modo che non tocchi mai e poi mai qualcosa di diverso da cavoli e prezzemolo, sia mai che introduca qualche grammo di vitamina B12 e sviluppi il cervello rischiando di capire qualcosa e li mandi a quel paese.
E trovi i bambini che dicono "no quello no, quello non posso, nemmeno quell'altro" e si ritrovano a mangiare praticamente la stessa cosa tutti i giorni. Presente le gattabuie medievali? I sotterranei bui e umidi dove tenevano i prigionieri? Ecco, li alimentavano con pane bagnato e vino annacquato, tutti i giorni. Quelle sono le condizioni del bimbo "felicemente allevato in modo veg e in piena armonia con il mondo".
A volte il bimbo dice "ok, questo lo mangio, però non dire niente ai miei genitori", e questo è il motivo per cui ho detto che vive nel terrore: quello a casa non ha una famiglia normale, ha la gestapo che gli sta dietro il collo come un mastino e lo mazzia maledettamente ogni volta che infrange il sacro dogma del cavolo d'argento, e cito il cavolo d'argento perché questo è un comportamento da pazzi fanatici.
Ma tornando alla definizione auto attribuita dai vegani: In piena armonia un paio di marroni, visto che vivono isolati e ghettizzati, lontani dal resto del mondo. E qui parte un altro problema appunto: essendo "diverso" da tutti gli altri e con la naturale propensione dei disgraziati genitori invasati di tenerlo emarginato e farlo sentire diverso, questo avrà serissimi problemi di socializzazione e verrà quasi sicuramente bersagliato dai bulli.
Il genitore vegano crede che essere diversi dagli altri, giudicandoli e insultandoli, sia una grande cosa. Ma se già noi adulti mal sopportiamo comportamenti simili, possiamo immaginare cosa può succedere ad un ragazzo o un adolescente? Botte, vessazioni, isolamento, prese per i fondelli continue... e chissà quanto altro.
Che infanzia è mai questa? Sempre soli, al limite insieme a qualche altro reietto malnutrito, pallido moggio e depresso, che insieme ai genitori non fa altro che parlare di dieta, vegetali o di come i "mangia m***a" (che saremmo noi) facciano tanto schifo; odiati da tutti, specialmente se i genitori lo hanno plagiato in modo che ripeta gli stessi mantra che ha sentito fino alla nausea, tutto per convertire gli altri bambini; rincitrulliti sin dalla nascita da odio, livore, rancore, violenza di ogni tipo. Ai bambini si mostra peppa pig e li si fa ridere, non mi stupirei se qualcuno di quegli invasati mostrasse loro video di maltrattamenti animali e li terrorizzasse dalla mattina alla sera, così da creare il perfetto soldato vegano.
In ogni caso, impressioni personali a parte, una infanzia di privazioni, depressione, tristezza, isolamento, bullizzato e allontanato da TUTTI (le vittime di bulli hanno amici, il vegano che amici può avere a parte qualche altro rarissimo figlio di vegani?), a meno che non decida di non seguire i diktat dei genitori, rischiando così violenza psicologica, punizioni e chissà quanto altro.
Non è mica tutto... un bambino si fa male e finisce in ospedale, giusto?
No... in ospedale danno le medicine! Che sono o velenose o frutto di sfruttamento animale, trovano mille scuse questi imbecilli, per cui non va curato in quel modo. E come si cura?
Acqua, zucchero, fiorellini di campo e sclerantus come se piovesse.
E se il bimbo durante la scuola, o qualche altra istituzione, viene curato dopo che si ferisce o si sente male il genitore vegano piazza un casino della madonna manco lo avessero sequestrato e portato in una nazione estera.
Cari miei, io non avevo pensato alla questione sociale (a quella psicologica in fondo si) finché una persona non mi ha testimoniato QUESTO tipo di vita condotta da un povero bambino figlio di due disgraziati vegani, che tanto parlano di "salvare gli animali" ma ai loro figli fanno fare una vitaccia grama e dal futuro incerto.
In questo ultimo periodo è tutto un proliferare di "medici" che consigliano lo "svezzamento vegano" dei bambini, così da farli andare a forza di carote e verza sin dalla nascita. Ebbene, la questione nutrizionale è stata sviscerata parecchio, ma la questione psicologica e sociale no.
Bambini vegani e una infanzia infelice
Avete presente quanto sia problematico invitare a cena una vegano? Se gli dai un'insalata si inalberano dicendo "ci sono alternative!", che non sono altro che soia o seitan, i piatti della cucina mediterranea senza formaggio o carne non sono abbastanza vegan, perché appunto vogliono quelle schifezze di "fiorentina" veg che a guardarla sembra rigurgito, e poi devono anche farvi il favore (santi uomini e donne) di resistere al tanfo dei cadaveri morti ammazzati dopo giorni di torture (cit), come se allevatori e macellai si chiamassero tutti Torquemada, rompendo le scatole su allevamenti e cancri solamente una volta ogni due minuti, invece che in continuazione.Ora, mettete un bambino al posto di un adulto...
Come potrebbe mai vivere felice il povero bambino?
Feste di compleanno? Mai! Non potrebbe mai mangiare quello che mangiano gli altri bambini, il "pericolo" che ingerisca 0,0001 micron di caseina è tanto grosso che i genitori nemmeno ce li mandano. Le rare volte che vanno c'è la madre che fa da sentinella e controlla che il pargolo non socializzi con i bambini normali, condividendo con loro il cibo e la convivialità che fa parte intrinseca della nostra società.
Per non parlare di altre occasioni... qualsiasi evento possa portare in tentazione il pargolo deve essere perentoriamente evitato, sempre e comunque.
Un bimbo in totale disgusto del latte, perché lui nasce centoundici, anzi no vegano! |
Ci sono però alcuni casi in cui proprio non se ne può fare a meno, come campi estivi, colonie sul mare o mense scolastiche. Allora che fa il genitore vegano? Terrorizza il pargolo in
modo che non tocchi mai e poi mai qualcosa di diverso da cavoli e prezzemolo, sia mai che introduca qualche grammo di vitamina B12 e sviluppi il cervello rischiando di capire qualcosa e li mandi a quel paese.
E trovi i bambini che dicono "no quello no, quello non posso, nemmeno quell'altro" e si ritrovano a mangiare praticamente la stessa cosa tutti i giorni. Presente le gattabuie medievali? I sotterranei bui e umidi dove tenevano i prigionieri? Ecco, li alimentavano con pane bagnato e vino annacquato, tutti i giorni. Quelle sono le condizioni del bimbo "felicemente allevato in modo veg e in piena armonia con il mondo".
A volte il bimbo dice "ok, questo lo mangio, però non dire niente ai miei genitori", e questo è il motivo per cui ho detto che vive nel terrore: quello a casa non ha una famiglia normale, ha la gestapo che gli sta dietro il collo come un mastino e lo mazzia maledettamente ogni volta che infrange il sacro dogma del cavolo d'argento, e cito il cavolo d'argento perché questo è un comportamento da pazzi fanatici.
Ma tornando alla definizione auto attribuita dai vegani: In piena armonia un paio di marroni, visto che vivono isolati e ghettizzati, lontani dal resto del mondo. E qui parte un altro problema appunto: essendo "diverso" da tutti gli altri e con la naturale propensione dei disgraziati genitori invasati di tenerlo emarginato e farlo sentire diverso, questo avrà serissimi problemi di socializzazione e verrà quasi sicuramente bersagliato dai bulli.
Il genitore vegano crede che essere diversi dagli altri, giudicandoli e insultandoli, sia una grande cosa. Ma se già noi adulti mal sopportiamo comportamenti simili, possiamo immaginare cosa può succedere ad un ragazzo o un adolescente? Botte, vessazioni, isolamento, prese per i fondelli continue... e chissà quanto altro.
Che infanzia è mai questa? Sempre soli, al limite insieme a qualche altro reietto malnutrito, pallido moggio e depresso, che insieme ai genitori non fa altro che parlare di dieta, vegetali o di come i "mangia m***a" (che saremmo noi) facciano tanto schifo; odiati da tutti, specialmente se i genitori lo hanno plagiato in modo che ripeta gli stessi mantra che ha sentito fino alla nausea, tutto per convertire gli altri bambini; rincitrulliti sin dalla nascita da odio, livore, rancore, violenza di ogni tipo. Ai bambini si mostra peppa pig e li si fa ridere, non mi stupirei se qualcuno di quegli invasati mostrasse loro video di maltrattamenti animali e li terrorizzasse dalla mattina alla sera, così da creare il perfetto soldato vegano.
Un bimbo vegano che sprizza felicità da tutti i pori |
In ogni caso, impressioni personali a parte, una infanzia di privazioni, depressione, tristezza, isolamento, bullizzato e allontanato da TUTTI (le vittime di bulli hanno amici, il vegano che amici può avere a parte qualche altro rarissimo figlio di vegani?), a meno che non decida di non seguire i diktat dei genitori, rischiando così violenza psicologica, punizioni e chissà quanto altro.
Non è mica tutto... un bambino si fa male e finisce in ospedale, giusto?
No... in ospedale danno le medicine! Che sono o velenose o frutto di sfruttamento animale, trovano mille scuse questi imbecilli, per cui non va curato in quel modo. E come si cura?
Acqua, zucchero, fiorellini di campo e sclerantus come se piovesse.
E se il bimbo durante la scuola, o qualche altra istituzione, viene curato dopo che si ferisce o si sente male il genitore vegano piazza un casino della madonna manco lo avessero sequestrato e portato in una nazione estera.
Cari miei, io non avevo pensato alla questione sociale (a quella psicologica in fondo si) finché una persona non mi ha testimoniato QUESTO tipo di vita condotta da un povero bambino figlio di due disgraziati vegani, che tanto parlano di "salvare gli animali" ma ai loro figli fanno fare una vitaccia grama e dal futuro incerto.