Muore il leone Charlie dello zoo di Napoli e gli animalisti protestano

E' morto Charlie, uno dei leoni tenuti allo zoo di Napoli, e subito gli animalisti hanno colto l'occasione per far parlare di sé usando squallidi mezzucci propagandistici che vado a riportare parola per parola:

Interventi post mortem

Finché lo zoo era in cattive acque e i dipendenti dello zoo aiutati da una piccola associazione animalista chiedevano aiuto questi personaggi non dicevano mezza parola, come ho riportato nell'articolo in questo link.

Ma ora che il leone Charlie è morto si presenta una ghiotta occasione di farsi belli senza fare niente di concreto, riporto le loro testuali parole e spiego perché sono vuota retorica:
"Nell'ultimo anno sono già diversi gli ‪‎animali‬ morti all'interno dello Zoo di ‪‎Napoli‬ tra cui alcune tigri e il simbolo di questa triste prigione: l'elefantessa Sabrina"
Qualcuno spieghi a questi personaggi, gli animalisti da tastiera di animal amnesty gli stessi che hanno contribuito a screditare green hill mettendo nei guai numerose famiglie rimaste senza stipendio, che gli animali non si salvano pubblicando post sui social? Oppure vogliono far finta di non sapere che i dipendenti e gli animalisti, quelli veri, hanno chiesto aiuto per mesi per sfamare quegli animali?

Inoltre non gli vedo in mano l'autopsia, e credo non siano nemmeno veterinari, quindi come fanno a dire che sono morti perché "prigionieri"? Magari erano vecchi, arrivati alla fine dei loro giorni.


Adesso che ci penso ricordo che un genio che discuteva con me affermò "E i conigli nel bosco per cosa morirebbero? Implodono?", il che mi fa sospettare che molti credano veramente che gli animali non muoiano mai...
"Addio Charlie, prigioniero a vita della stupidità e dell'arroganza umana, prigioniero di uno zoo privo delle autorizzazioni, in uno spazio minuscolo per un animale della sua taglia, forza e fierezza."
Come prima: i guardiani facevano i salti mortali, da disoccupati, per tenere gli animali che altrimenti sarebbero morti tutti e da tempo. Gli animalisti cosa hanno fatto a parte "protestare"?

Charlie il leone era veramente tenuto male?

Come ammettono anche gli animalisti Charlie era molto anziano:
"Charlie aveva 20 anni ed ha sempre vissuto prigioniero dello zoo."
La vita media di un leone è di 10-12 anni, in cattività un leone può arrivare anche a venti.
Charlie aveva 20 anni. Ergo è arrivato a vivere praticamente il massimo che il suo corpo gli ha concesso, fosse stato veramente tenuto male sarebbe vissuto così tanto?

Io credo di no, un leone di 20 anni è come un uomo di 100 anni circa. Cosa si può pretendere di più?

Perché i leoni sono "prigionieri" mentre i loro animali domestici sono "liberi"?

Parlare di prigionia è una falsità ideologica totale per due motivi. 

Il primo, palesissimo a tutti tranne che ai protagonisti, è che ci sono tantissimi animalisti vegani che hanno cani o gatti in appartamento. Ma quelli secondo i proprietari sono felici e spensierati, in 10 metri quadri da soli la maggior parte del giorno e al buio.

Come fanno a definire gli animali nello zoo come prigionieri se i loro stessi animali versano in condizioni peggiori? Perché poi dovremmo "liberare" animali nati e cresciuti in cattività?
Se "liberiamo" un animale domestico è prevista la galera per abbandono, ma questi personaggi premono per l'abbandono di questi grandi animali.

Tanta retorica nessuna azione

Insomma, questo leone ha vissuto il massimo degli anni che poteva, le fotografie che lo ritraggono mostrano un animale sano e tranquillo, che hanno da lamentarsi gli animalisti?
La risposta è semplice: devono far credere di essere necessari. Perché se l'opinione pubblica scoprisse che questa gente è totalmente inutile ma anzi nociva non gli darebbe più un centesimo.

Cosa che le associazioni milionarie non si possono permettere, troppo avide.

Pensa che succederebbe se la gente scoprisse che per dieci lunghi anni non hanno fatto nulla per aiutare i guardiani dello zoo, senza stipendio e con i loro pochi soldi, a mantenere gli animali.

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.