In passato l'idea che il tabacco potesse essere dannoso non era nemmeno concepibile, e lo scetticismo fu praticamente totale. Solo pochi medici si accorsero della cosa e iniziarono a fare ricerche a riguardo, incontrando una strana resistenza. Ecco come dimostrarono la dannosità del tabacco.
Quattro anni dopo venne pubblicato uno studio che raggruppava il lavoro di 40 mila medici che nel corso di 20 anni avevano studiato i casi di cancro al polmone, e questo confermò quanto affermato dal dottor Doll.
Questi primi studi erano stati accolti con molto scetticismo, tanto che molta gente non li aveva nemmeno presi in considerazione e ci rideva sopra domandandosi "come è possibile?".
La cosa continua anche ai nostri giorni, con restrizioni sempre più incalzanti sul fumo (alcuni volevano vietare il fumo per strada) e scritte sempre più grandi riguardo il rischio che si corre nel fumare.
Un mercato multimiliardario
Sin dall'arrivo degli europei nel Nord America questa pianta, il tabacco, divenne molto popolare e veniva fumata senza nessuna restrizione fisica o morale. Anche ai bambini era permesso fumare, questo perché nessuno sospettava anche solo lontanamente che fosse dannoso. Tutti fumavano, praticamente nessuno escluso.
O meglio, tutti quelli facenti parte di un ceto ricco. Inizialmente infatti esistevano solamente i sigari, dal costo proibitivo per la maggior parte delle persone.
Ma questo cambiò in peggio (per noi) a partire dal 1880 con l'invenzione della macchina rollatrice automatica da parte di James Bonsack, la produzione di sigarette divenne industriale e abbatterono i costi di produzione in maniera incredibile. Rendendo il tabacco alla portata di tutti.
Ci furono diversi fattori importanti. Uno era appunto il prezzo ormai irrisorio delle sigarette.
Un altro fattore è stata la prima guerra mondiale: ai soldati nel fronte venivano fornite le sigarette, in maniera massiccia. Tanto che il generale John Joseph Pershing (detto anche Black Jack) disse che "importano quanto i proiettili". E così milioni di soldati divennero tabagisti, e portarono con loro l'abitudine una volta tornati a casa.
Anche Hollywood ci mise lo zampino. O meglio, i produttori di tabacco conclusero accordi con le major cinematografiche e attori in modo che essi venissero ripresi a fumare con fare "aristocratico" e "di classe", in modo da influenzare l'opinione pubblica e convincerli che fumare ti rendeva più elegante, perfino affascinante.
Tutto questo iniziò ai primi dal 1920 fino agli anni '90 (!), con un picco dal 1930 al 1940: questo per sdoganare la sigaretta come qualcosa di classe, di raffinato, da uomini e donne di spessore, aumentando così il loro mercato.
E appunto veniamo alla sigaretta: Convincere registi a scrivere scene di fumo "di classe" non sarebbe servito a niente se la maggior parte del pubblico non avrebbe comunque potuto permettersi i sigari.
Per questo motivo la sigaretta divenne il "cavallo di troia" del tabagismo nella società moderna.
L'invenzione della sigaretta e l'economia del cancro
La sigaretta era così economica che tutti potevano permettersela, perfino i bambini fumavano, stavolta non solo quelli del ceto ricco.
Letteralmente sempre più persone fumavano, e non solo: visti i prezzi irrisori fumavano tantissimo, come possiamo vedere nel grafico sottostante dal 1900 al 1940 il numero di sigarette consumate salì vertiginosamente, arrivando alle QUATTROMILA all'anno per gli uomini, e superandole pure.
Il grafico mostra anche come il numero di morti di cancro saliva esponenzialmente seguendo il trend delle sigarette fumate.
Grazie a campagne pubblicitarie fuorvianti a partire dagli anni '40 il consumo di tabacco continuava ad aumentare.
Nell'immagine possiamo vedere una di queste campagne, strumentalizzata da personaggi anti medici e ricarca medica, che affermava "sempre più medici preferiscono fumare queste sigarette invece delle altre".
Perché la definisco fuorviante? Perché le compagnie del tabacco si erano appostate di fronte il luogo di una conferenza medica nazionale degli Stati Uniti, anche se non è mai stato rivelato dove si fosse svolta.
All'entrata questi offrivano gratuitamente un pacco di sigarette ai medici, e all'uscita altri personaggi ingaggiati dalla William Esty Company, intervistavano i medici chiedendogli che marca di sigarette avessero in tasca.
Il risultato fu alquanto fuorviante, anche perché non solo l'agenzia pubblicitaria tuonò il falso, ma rincarò la dose affermando si trattasse di uno studio statistico condotto su oltre 113 mila medici.
Quel marchio di sigarette esiste ancora: Camel. Si sta in affari a lungo quando si fanno carte false!
Molti fumatori equivaleva a molti cancri al polmone
In concomitanza alla crescita dei fumatori però crebbero tantissimo i casi di tumore al polmone, e questo aumento improvviso e inspiegabile (all'epoca) fece si che alcuni medici e studiosi si interessarono alla faccenda, fra cui ci fu il dottor Isaac Adler che nel 1912 sostenne con forza che il cancro al polmone era collegato al fumo di sigaretta, rimanendo per lo più inascoltato.Nessuno gli credette, perché fino a quell'epoca il tumore al polmone era una malattia rarissima: molti medici andavano in pensione senza avere mai visto un singolo caso nella loro vita.
Inoltre le grandi aziende del tabacco avevano già iniziato con le loro campagne pubblicitarie, modellando l'opinione pubblica. Addirittura diversi medici consigliavano il fumo di sigaretta come un toccasana!
Così l'intuizione di Adler rimase inascoltata, anche per mancanza di studi a riguardo.
La tendenza continuò a crescere indisturbata fino al 1940 e 1950, quando divenne un fenomeno veramente tanto massiccio da aver portato i casi di tumore al polmone ad un picco così elevato che non si poteva più nascondere.
Questa crescita esponenziale allarmò i medici e i ricercatori spronandoli a trovare la causa di questa ecatombe e condurre ricerche a riguardo, e molti medici avevano già fatto il collegamento con il tabacco: cosa cambiò radicalmente nella società coincidendo con l'aumento dei tumori? La quantità di persone che fumavano, e anche la quantità di sigarette consumate ogni giorno.
Nel 1950 uno studio clinico condotto dal dottor Richard Doll (nella prima foto) dimostrò chiaro e tondo che il fumo di sigaretta era cancerogeno.
La tendenza continuò a crescere indisturbata fino al 1940 e 1950, quando divenne un fenomeno veramente tanto massiccio da aver portato i casi di tumore al polmone ad un picco così elevato che non si poteva più nascondere.
Questa crescita esponenziale allarmò i medici e i ricercatori spronandoli a trovare la causa di questa ecatombe e condurre ricerche a riguardo, e molti medici avevano già fatto il collegamento con il tabacco: cosa cambiò radicalmente nella società coincidendo con l'aumento dei tumori? La quantità di persone che fumavano, e anche la quantità di sigarette consumate ogni giorno.
Nel 1950 uno studio clinico condotto dal dottor Richard Doll (nella prima foto) dimostrò chiaro e tondo che il fumo di sigaretta era cancerogeno.
Quattro anni dopo venne pubblicato uno studio che raggruppava il lavoro di 40 mila medici che nel corso di 20 anni avevano studiato i casi di cancro al polmone, e questo confermò quanto affermato dal dottor Doll.
Questi primi studi erano stati accolti con molto scetticismo, tanto che molta gente non li aveva nemmeno presi in considerazione e ci rideva sopra domandandosi "come è possibile?".
Lo scetticismo non era un caso
Ci si può domandare perché la gente era così scettica riguardo il collegamento fra fumo e cancro?
Perché negavano l'evidenza?
Tutto questo è dovuto alle solite aziende del tabacco!
Il mercato era multimiliardario, probabilmente lo è tutt'oggi, non potevano permettersi di perdere tutti quei soldi e potere.
Perché negavano l'evidenza?
Tutto questo è dovuto alle solite aziende del tabacco!
Il mercato era multimiliardario, probabilmente lo è tutt'oggi, non potevano permettersi di perdere tutti quei soldi e potere.
Così iniziarono a finanziare innumerevoli studi fuorvianti sugli effetti del tabacco sulla salute e pagarono altre personalità per seminare dubbi sulla qualità del lavoro di chi affermava la dannosità del fumo.
Insomma, lo si potrebbe definire un vero e proprio complotto!
Le prime restrizioni
Il colpo di grazia alla diffusione del tabagismo lo diede il Surgeon General of the United States, il portavoce ufficiale del governo degli Stati Uniti in materia di salute pubblica, quando pubblicò lo studio "Smoke and Health: report of the advisory commitee to the surgeon general of the United States" che dimostrò per l'ennesima volta e incontrovertibilmente il collegamento fra fumo e tumore al polmone.
Lo studio collegò il fumo anche alla bronchite cronica, alle malattie cardiache e tutte le altre informazioni che oggi conosciamo e diamo per scontate sul fumo di sigaretta.
Lo studio venne pubblicato nel 1964 e convinse milioni di persone a smettere di fumare, l'abolizione della pubblicità per i prodotti contenenti tabacco e l'applicazione di etichette di avviso sui pacchetti di sigarette.
Da questo divieto nacque la campagna pubblicitaria "it's toasted", perché le aziende del tabacco non potevano più pubblicizzare i loro prodotti come "salutari" o comunque più sani della concorrenza.
I danni continuano ancora oggi
I danni del tabagismo continuano ancora oggi, anche grazie ad accordi sempre più subdoli che hanno permesso alle aziende produttrici di tabacco di continuare ad influenzare l'opinione pubblica tramite film e telefilm.
Oggi i film con scene di fumo vengono segnalati e vietati a minori di una certa età, ma per decenni hanno plasmato l'opinione pubblica, e ancora oggi quell'idea di "eleganza e fascino" del fumatore rimane in testa a molti.
Che permettetemi il francesismo, ma puzzare in quel modo sia nei vestiti che nell'alito, con le mani, i denti e anche la barba ingiallita è tutto fuorché elegante e affascinante!
Questo è un grande monito su come la nostra società in realtà sia pesantemente influenzabile e la democrazia sia legata ad un filo di lana.
Ringraziamo quei medici che hanno combattuto da soli, per decenni, contro un sistema corrotto da quei miliardari senza scrupoli e i loro disinformatori prezzolati.
Questa volta sul serio!
📚 Fonti e approfondimenti
- DolceVita – Quando i medici consigliavano le sigarette
- CultWeb – Lo spot anti-fumo di Yul Brynner e il mito delle sigarette
- Tobacco Endgame – La retorica medica nelle pubblicità delle sigarette
- NCBI – The Cigarette Century: The Rise, Fall, and Deadly Persistence of the Product That Defined America
- CDC – Storia dei rapporti del Surgeon General sul fumo