Da anni ormai gli "animalisti" vanno in giro a "sensibilizzare", come lo chiamano loro, con le loro strazianti storie di vitelli separati dalla madre e agnelli uccisi troppo presto. Tutte cose che in natura accadono in continuazione, ma non è questo il punto. Il punto è che per convincerci a non mangiare carne questi personaggi si inventano le più grandi favole riguardo il consumo di carne e i "diritti degli animali":
Secondo loro noi, inteso come esseri umani, non siamo biologicamente adatti a digerire la carne perché non siamo predatori: non abbiamo zanne, artigli, corazze, mascelle poderose o chissà quant'altro, per cui non siamo adatti a cacciare in quanto non ne abbiamo i mezzi naturali.
Ora tralasciamo il fatto che io questa versione l'ho già confutata più volte e prendiamola (molto alla lontana) per buona: noi non dovremmo mangiare carne perché non siamo dei predatori naturali. Ok.
Il diritto non esiste in natura
Secondo loro noi, inteso come esseri umani, non siamo biologicamente adatti a digerire la carne perché non siamo predatori: non abbiamo zanne, artigli, corazze, mascelle poderose o chissà quant'altro, per cui non siamo adatti a cacciare in quanto non ne abbiamo i mezzi naturali.
Ora tralasciamo il fatto che io questa versione l'ho già confutata più volte e prendiamola (molto alla lontana) per buona: noi non dovremmo mangiare carne perché non siamo dei predatori naturali. Ok.
In generale quindi il caposaldo della filosofia vegana che ho sempre preso in esame, ma sembra vada per la maggiore, è che se una cosa in natura non esiste noi non dovremmo farla. Concetto molto semplice, che sempre con molto distacco e teoricamente prendiamo momentaneamente come per buona.
Applichiamo però un altro loro caposaldo, che è altrettanto ineluttabile nella filosofia veganimalista: gli animali hanno diritti, soprattutto il diritto a vivere.
Ora, il diritto non è qualcosa che esiste in natura. Non ho mai visto un maiale scrivere una costituzione o un cane promulgare delle leggi, tranne in qualche film di serie Z ma in quelli parlano e a volte si vestono pure, per cui adesso teniamo in conto questo fatto ma vediamone un altro.
Ora, il diritto non è qualcosa che esiste in natura. Non ho mai visto un maiale scrivere una costituzione o un cane promulgare delle leggi, tranne in qualche film di serie Z ma in quelli parlano e a volte si vestono pure, per cui adesso teniamo in conto questo fatto ma vediamone un altro.
Quindi queste due convinzioni si scontrano fra di loro, si annullano a vicenda, si contraddicono.
Perché se il diritto è un concetto unicamente umano e in quanto non presente in natura non dovrebbe esistere come fanno gli animali a godere dei diritti fondamentali?
La legge della natura è spietata
In realtà il diritto a vivere non lo hanno nemmeno alla lontana, visto che in natura vige la legge del più forte/adattabile e che la catena alimentare è spietatissima.
Quante volte un leone, in cima alla catena alimentare del suo habitat, scende all'ultimo posto quando viene massacrato dai bufali che si sono scagliati contro il predatore?
Sempre riguardo tale logica: se noi non digeriamo la carne perché non abbiamo zanne e artigli e non dovremmo consumarla, perché un maiale dovrebbe avere diritti se nemmeno riesce a leggere o a scrivere?
Secondo la loro logica anche questa è un'aberrazione fatta e finita!
Quante volte un leone, in cima alla catena alimentare del suo habitat, scende all'ultimo posto quando viene massacrato dai bufali che si sono scagliati contro il predatore?
Sempre riguardo tale logica: se noi non digeriamo la carne perché non abbiamo zanne e artigli e non dovremmo consumarla, perché un maiale dovrebbe avere diritti se nemmeno riesce a leggere o a scrivere?
Secondo la loro logica anche questa è un'aberrazione fatta e finita!
Gli animali hanno solo diritti che gli abbiamo concesso noi
Se gli animali godono di qualche diritto è perché noi li proteggiamo, noi applichiamo loro le nostre regole. In natura non ne avrebbero, ma nella società civile è impedito ucciderli senza motivo, arrecare loro dolore, danni o maltrattamenti in generale.
Ma si tratta appunto di decisioni prese da noi, non piovute dal cielo o osservate in natura.
E sono pure fortunati: i predatori spesso e volentieri non si fanno scrupoli, in mano nostra alcuni hanno vita breve ma di sicuro non fanno una fine orrenda come la farebbero in natura.
Quindi no, non mi sento in colpa e non voglio diventare vegetariano o vegano.
La questione dovrebbe finire qui.
Perché dovrei ascoltare chi si contraddice?
Insomma ricapitolando tutto anche a dar loro ragione si finisce di fronte un cortocircuito assurdo che si inficia da solo.
Questa gente si contraddice da sola ogni tre parole proferite e nemmeno se ne rendono conto.
Questa gente si contraddice da sola ogni tre parole proferite e nemmeno se ne rendono conto.
Ma di questo me ne rendo conto io, e mi domando questo: ma se non riescono ad avere le idee chiare, come possono pretendere che gli altri li ascoltino senza porsi alcun dubbio?
Perché spesso quando si palesano loro dei dubbi le reazioni sono tutt'altro che pacate o prive di pregiudizi.
Perché spesso quando si palesano loro dei dubbi le reazioni sono tutt'altro che pacate o prive di pregiudizi.
Fonti sulla tesi “l’uomo non è fisiologicamente adatto a mangiare carne” e sull’onnivoricità umana
- Essere Vegan – Gli esseri umani non sono né carnivori, né onnivori — argomenta con confronti su dentatura, lunghezza dell’intestino e assenza di artigli per sostenere che l’uomo non è “predatore naturale”.
- Vegan Challenge – Intestino: carnivori, onnivori e esseri umani — mette a confronto la lunghezza dell’intestino umano con quella dei carnivori, proponendo l’idea che siamo più simili a frugivori/erbivori.
- Narkive (discussione) – Denti/artigli e tesi dell’uomo frugivoro — discussione che riporta il filone argomentativo basato sul paragone con i leoni (zanne, artigli) e la “non predatorialità” umana.
- FAO – Human Nutrition in the Developing World (cap. 1, sezione “Humans as omnivores”) — documento ufficiale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura che descrive l’essere umano come specie onnivora per adattamento evolutivo.