Come ormai tutti ben sapete nel folklore odierno esiste un mondo fatato chiamato "cruelty free", contrapposto ad un altrettanto inesistente mondo immaginario dove gli animali vengono maltrattati ad ogni piè sospinto. Sulla base di questa infantile concezione del mondo vegani ed animalisti spesso adottano comportamenti incivili nei confronti del loro prossimo.
In pratica per produrre 100 kg di proteine vegetali si uccidono 55 animali più rispetto i "2,2" bovini necessari per avere 100 kg di proteine.
I vegan animalisti decisamente sfruttano gli animali lo fanno anche più degli altri: beneficiano ampiamente dei prodotti di allevamenti e macelli per avere l'abbondanza di vegetali che trovano al supermercato o al negozietto bio.
L'arroganza di chi vive nel "cruelty free"
Questa arroganza mostrata da tanti personaggi, troppi, è dettata dal loro presunto essere "non uccisori diretti o indiretti di animali", appunto "cruelty free".
Che significa "senza crudeltà". Ma andando ad analizzare i fatti si scopre che così non è.
Anzi, in certi casi vegani e animalisti uccidono indirettamente più animali di chiunque altro.
Lo Studio Archer
Uno studio condotto e pubblicato in Australia da Mike Archer, professore australiano presso l’Università del New South Wales e membro del gruppo di ricerca Evolution of Earth and Life Systems Research Group, ha dimostrato come mangiando solamente vegetali provenienti da coltivazioni intensive si moltiplica l'estensione dei campi necessari al proprio sostentamento con annessa maggiore decimazione di ratti, topi, talpe e un'altra serie di animali che vivono nel terreno.
Fra l'altro ci aggiungerei gli insetti, animali anche loro, e lo dico perché alcuni "animalisti" hanno pubblicato diversi video di "liberazione dei vermetti" usati dai pescatori come esche.
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Lo studio ha dei difetti e non è completo, ma apre gli occhi sulla realtà spesso ignorata degli animali che fanno una brutta fine perché abitano o attraversano i campi coltivati.
L'utopia crolla anche di fronte l'agricoltura stessa
Ma oltre agli animali uccisi con i mezzi agricoli, l'inesistenza del cruelty free si manifesta anche durante la concimazione dei campi, cosa che loro credono di bypassare con il biologico.
Come ho già scritto nel mio libro: biologico non significa cruelty free!
L'immancabile letame già lo conosciamo, che come ho già spiegato sempre nel mio testo è tanto basilare quanto indispensabile: da solo non fa molto, ma senza non si fa niente. I terreni diverrebbero desertici nel giro di cinque anni senza di esso.
Come ho già scritto nel mio libro: biologico non significa cruelty free!
L'immancabile letame già lo conosciamo, che come ho già spiegato sempre nel mio testo è tanto basilare quanto indispensabile: da solo non fa molto, ma senza non si fa niente. I terreni diverrebbero desertici nel giro di cinque anni senza di esso.
Vediamo gli altri:
Carniccio fluido in sospensione: Fertilizzante di origine animale il cui nome è tutto un programma. Impiegato nei frutteti e per gli ortaggi e i fiori.
Cascami di lana: residui della lavorazione della lana, che non cresce sugli alberi. Impiegato in orti e frutteti.
Cornunghia: Si tratta di corna e unghie animali recuperate dai macelli. Doppiamente "cruelty free". Sono impiegati anche nel biologico in quanto naturali e non sintetizzati.
Cuoio torrefatto: non ha bisogno di grosse spiegazioni, è cuoio che è stato esposto ad un processo di torrefazione, che consiste nel disidratarlo ad alte temperature (come i chicchi di caffè).
Epitelio animale idrolizzato: un altro concime di origine animale ottenuto da tessuti animali sottoposti a idrolisi enzimatica, consiste in un liquido scuro (che se non mi sbaglio ha un odore forte e poco piacevole) impiegato ovviamente anche nelle coltivazioni biologiche.
Sangue secco: no, non è sangue cavato dalla rapa, è sangue animale. Impiegato anche nel biologico.
Farina di pesce: che non è un tipo di frutto, giusto per precisare.
Farina d'ossa: mai visto un albero con le ossa.
Guano: escrementi di uccelli acquatici.
Pollina: escrementi di pollame, proveniente da allevamenti ovviamente.
Carniccio fluido in sospensione: Fertilizzante di origine animale il cui nome è tutto un programma. Impiegato nei frutteti e per gli ortaggi e i fiori.
Cascami di lana: residui della lavorazione della lana, che non cresce sugli alberi. Impiegato in orti e frutteti.
Cornunghia: Si tratta di corna e unghie animali recuperate dai macelli. Doppiamente "cruelty free". Sono impiegati anche nel biologico in quanto naturali e non sintetizzati.
Cuoio torrefatto: non ha bisogno di grosse spiegazioni, è cuoio che è stato esposto ad un processo di torrefazione, che consiste nel disidratarlo ad alte temperature (come i chicchi di caffè).
Epitelio animale idrolizzato: un altro concime di origine animale ottenuto da tessuti animali sottoposti a idrolisi enzimatica, consiste in un liquido scuro (che se non mi sbaglio ha un odore forte e poco piacevole) impiegato ovviamente anche nelle coltivazioni biologiche.
Sangue secco: no, non è sangue cavato dalla rapa, è sangue animale. Impiegato anche nel biologico.
Farina di pesce: che non è un tipo di frutto, giusto per precisare.
Farina d'ossa: mai visto un albero con le ossa.
Guano: escrementi di uccelli acquatici.
Pollina: escrementi di pollame, proveniente da allevamenti ovviamente.
Nemmeno il biologico è uno scudo
Come ho sottolineato più volte tutti questi concimi sono autorizzati nell'uso del biologico, perché anche l'agricoltura biologica non ha nessuna intenzione o necessità di etichettarsi come "cruelty free".Anzi, essendo comunque agricoltura ha totale necessità dei prodotti degli allevamenti, come dicevo prima senza letame i campi diverrebbero desertici nel giro di pochissimi anni.
Il cruelty free quindi non esiste
Quindi, su questa base, esiste il cruelty free?
No.
No.
A meno che questa gente iniziasse a vivere nei boschi alimentandosi di bacche, frutti ed erbe spontanee dormendo in un giaciglio piccolissimo. Una missione piuttosto ardua che in pochi riescono a sostenere.
I vegan animalisti decisamente sfruttano gli animali lo fanno anche più degli altri: beneficiano ampiamente dei prodotti di allevamenti e macelli per avere l'abbondanza di vegetali che trovano al supermercato o al negozietto bio.
Del resto sono inseriti nella società esattamente come chiunque altro, e quello snobbismo spocchioso che rivolgono agli altri è non solo fastidioso, ma anche mal riposto.
Inconsapevoli, figli del benessere nato dallo sfruttamento animale che inneggiano a fermare, senza nemmeno comprendere le conseguenze di quanto si prefiggono di fare.
Inconsapevoli, figli del benessere nato dallo sfruttamento animale che inneggiano a fermare, senza nemmeno comprendere le conseguenze di quanto si prefiggono di fare.
Ho scritto un altro articolo a proposito l'illusione di vivere senza sfruttare animali sul cannone spara polli.