Paolo Barnard e l'inflazione

Barnard è una vecchia conoscenza ma a quanto pare è molto prolifico nel formulare teorie campate per aria e che fanno acqua da tutte le parti. Non so come trovi tutta la fantasia necessaria per fare tutto questo, forse avrebbe immensa fortuna nello diventare scrittore di racconti di fantasia.
In ogni caso vediamo cosa ha detto:
Stavolta parla dell'inflazione.
Ormai le sue vaccate sono state smentite e confutate a destra e a manca, sia nel web (di cui ho dato un modesto contributo) sia in TV principalmente per mano di Oscar Giannino, quindi è dovuto correre ai ripari inventandosi l'ennesima boiata. Stavolta sostiene che l'inflazione è cosa buona e positiva.

Perché l'inflazione? Ovviamente perché è il principale e più criticato effetto delle sue "politiche economiche" fallimentari, e per non veder perdere sostenitori ha preparato un piattino di spiegazioni per aggiustare il tiro.

La scelta di come "raccontare" questa storia dell'inflazione è quantomeno infantile, una nonna parla con P, probabilmente sta per pirla, e con discorsi da menomati mentali spiegano al lettore "i benefici" dell'inflazione.

Nonna: Senti, però ci sono due cose dell’altra volta che non ho capito. Tu dici che se lo Stato spende per darci tutto quello ci manca, e magari compra le cose che le fabbriche non vendono, allora tutti noi stiamo meglio. Bè, stamattina ero dal dottore per l’anca, e lui mi diceva che per l’operazione ci vogliono 7-8 mesi. Io gli ho detto: “Mio nipote dice che se lo Stato spende di più, può fare altri ospedali e assumere tutti i medici che vuole”. E sai lui cosa ha risposto? Ha risposto che è d’accordo, ma poi c’abbiamo l’inflazione. Cosa vuol dire?

Ma è scemo? Come fa lo stato ad accollarsi tutto l'invenduto di tutte le fabbriche nel paese? Ma pensa che i soldi si tirino fuori dal culo? E poi voglio proprio vedere cosa se ne fa lo stato di 10 milioni di ca*zi di gesso prodotti ben sapendo che tanto quello sveglione dello stato li avrebbe comprati tutti.
Roba da pazzi

Comunque sia, secondo lui non ci sono servizi perché "creano inflazione". A dire il vero l'inflazione la creano diversi fattori e la spesa pubblica non influisce più di tanto. Una inflazione ingestibile deriva dalla stampa indiscriminata di denaro (scala mobile, stampa diretta senza motivo), non dalla spesa pubblica. Un aumento di spesa pubblica può aumentarla ma di poco ma non è nulla di ingestibile.


"P. Ok. Per la prima domanda, ricorda questo concetto: generalmente nel mondo del mercato se una cosa è scarsa allora costa molto, vedi l’oro, mentre se di una cosa ce n’è a vagonate, allora costa poco, vedi le cipolle. L’inflazione succede quando nel contenitore dei cittadini privati ci sono troppi soldi nelle loro tasche ma pochi prodotti da comprare. Troppi soldi sono come le vagonate di cipolle, quindi quei soldi perdono di valore. Pochi prodotti sono come l’oro, quindi aumentano di valore. Risultato: finisce che chi va al mercato coi suoi soldi che valgono di meno perché ce ne sono troppi in giro, dovrà spenderne molti per comprare le cose che scarseggiano e quindi sono aumentate di prezzo. Questa è l’inflazione. Fa conto che se prima un chilo di patate ti constava 10 soldi, ora con l’inflazione te ne costa 20. E questo ovviamente per tutti i prodotti, quindi i cittadini sono automaticamente più poveri. La gente ha molta paura dell’inflazione, giustamente. E allora quando uno come me, o come certi economisti, dice che lo Stato deve spendere di più, cioè versare più soldi nel contenitore dei cittadini privati, molti pensano: “Sì, ma poi ci saranno troppi soldi, mentre i prodotti saranno sempre quelli di numero. Ci sarà l’inflazione!”. No, nonna. Questa è una favola. Chi dice così non conosce l’economia, oppure è in malafede e lavora per le elite. Perché io ho sempre detto che lo Stato deve spendere di più, anche aumentando il suo debito con se stesso, ma deve farlo per creare posti di lavoro che sono stipendi, per creare un’istruzione di alto livello, per mantenere i cittadini in salute, per fare strade e aeroporti e telefoni e tecnologia superiori, e per comprare anche i prodotti delle aziende private. Fai la somma: più lavoratori e meglio pagati + ragazzi istruiti che lavoreranno meglio + cittadini sani e quindi meno spesa sanitaria + strutture per facilitare proprio il commercio e le industrie + aiuti alle aziende per farle progredire = più produttività nazionale. Quindi nonna, aumentano sì i soldi in giro, ma aumentano anche di pari passo i prodotti offerti, quindi niente inflazione."

Cioè mi vuol dare a bere che se raddoppi i soldi in circolo ma riesci anche a raddoppiare le merci prodotte allora l'inflazione non aumenta. Ma che cosa sta dicendo?

Ma tu puoi pure offrirmi il doppio di patate e pasta, che io più di un piatto a pranzo non mangio. Puoi offrirmi due telefoni invece di uno che io sempre uno ne uso. Puoi darmi pure due macchine ma a me ne serve una. Una volta che tutti i cittadini hanno soddisfatto i loro bisogni non consumano più, almeno in linea generale.

Questo perché vige sempre e comunque la regola della domanda e dell'offerta.
Il problema di dare troppi soldi alla gente crea inflazione perché aumenta la domanda. Di l'offerta non può aumentare a dismisura e all'infinito, c'è quel piccolissimo dettaglio che i beni prima o poi FINISCONO. Ma quanto dobbiamo ancora sfruttare le risorse di questo povero pianeta?

Questa è fanta economia, è come Superman che nel fumetto riesce a volare ma nella realtà non esistono persone che volano.

"P. Poi nonna, l’inflazione si controlla benissimo se uno Stato è padrone veramente della sua moneta. Ad esempio: dovesse mai succedere che l’inflazione scappa di mano, come estremo rimedio lo Stato può tassare il contenitore dei cittadini, cioè sottrarre denaro dalla circolazione. Oppure può rendere più costoso prendere denaro in prestito, così di nuovo ne circolerà di meno. E può fare altre diavolerie di finanza che sono troppo difficili per te. Ma pensa a una cosa: tutti sti allarmisti dell’inflazione perché non leggono i giornali? Il Giappone oggi ha un debito pubblico che è il doppio, nonna, il doppio! di quello italiano, e quindi lo Stato giapponese ha speso tantissimo, giusto?"


Fermi tutti! Per difendere le sue teorie economiche del "dare più soldi ai cittadini" tira fuori metodi per togliere soldi ai cittadini! Ma questa è magica! Ma si torna punto e a capo confermando in pieno tutte le critiche mosse al suo infantile modello economico!
Fra l'altro il Giappone ha si un debito pubblico enorme, ma per la quasi totalità è in mano ai cittadini giapponesi che non hanno nessun interesse nello specularci sopra. E' questa la differenza con il nostro debito pubblico.


"P. Vediamo se è vero che togliendo il debito pubblico le aziende ci guadagnano. Ti dimostro ora che è vero l’esatto contrario, come ti ho sempre detto. Ok, ripeschiamo i famosi contenitori. Tu immagina che nella nostra società di cittadini privati, cioè non Stato, ci sono tantissimi tipi di lavori, ma che si possono dividere grosso modo in due contenitori: c’è il contenitore A) che fra o vende i prodotti di consumo, e il contenitore B) che fa tutto quello che serve ad A) per produrre e vendere quelle cose, cioè fa i famosi “mezzi di produzione”. Esempio: A) fa o vende le scarpe, i rasoi, la carne, le auto, i pettini, il vino, i vestiti ecc. ecc. B) fa le macchine per lavorare il cuoio, fa l’acciaio per le lamette e per le auto, la plastica per i pettini e per tante altre cose, i telai, produce il cotone ecc.; ma anche offre i servizi affinché i prodotti del contenitore A) si possano fare e vendere, cioè banche, assicurazioni, scuole, formazione, telefonia, comunicazioni, trasporti ecc. Sia A) che B) impiegano dei lavoratori stipendiati. Ok. Pausa e respira."

P. Domanda: come fa il contenitore A) a fare profitto? Tu dirai, deve vendere i prodotti di consumo. Ok. Ma io ti dico che se li vende ai suoi dipendenti quando spendono lo stipendio, A) non farà nessun profitto, perché gli ritornano indietro gli stipendi che ha appena pagato a quei dipendenti. Anzi, gliene tornano indietro anche di meno, perché non tutti i lavoratori spendono tutto lo stipendio in beni di consumo. Immagina come esempio che tutti questi industriali di A) hanno sborsato 1 milione in stipendi, e gli torna in cassa 800 mila, che profitto è? Allora: per far sì che il contenitore A) faccia profitti bisogna che possa vendere i suoi prodotti a gente a cui NON paga lo stipendio. Ok, tu mi dirai che ci sono tutti i dipendenti del contenitore B), che di sicuro useranno gli stipendi pagati da B) per comprare i beni di consumo fatti da A). Perfetto, quelli creano profitti per A), perché A) non gli paga lo stipendio. Ma il contenitore B) allora? Come fa a fare i suoi profitti?"

No non funziona così. Esiste il circolo di denaro: 20 euro passando di mano in mano virtualmente possono diventare 100 mila. Perché l'operaio ha comprato il pane, il panettiere ha comprato la carne e così via fino all'infinito. Questo ovviamente è un esempio semplicissimo in cui non viene tenuto conto della tassazione.

Nonna: Bè, la gente di A) gli compra la roba, così gli ricambia il favore.
P. Eh no! Nonna. E sai perché? Pensaci bene. Quando il contenitore B), che fa i mezzi di produzione, li vende ad A) quello che accade è che il contenitore A) userà ovviamente i suoi profitti per pagare. Ma da dove vengono i profitti di A) nonna? Vengono da B)! lo abbiamo appena detto. Quindi B) si vede ritornare in tasca i suoi soldi di prima, nulla in più,  punto. Profitto zero in quel caso. Dunque, abbiamo stabilito che nelle nostre società il contenitore B) può creare profitti per A), ma questo non può creare profitti per B), impossibile. E allora? Allora si torna alla solita storia: ci vuole un contenitore esterno a B) che gli versi dentro denaro nuovo al netto… ed avendo eliminato A), come al solito ci rimane solo lo Stato con la sua spesa che può farlo (o le nazioni straniere, ma sono inaffidabili). Infatti né A) né B) pagano gli stipendi allo Stato che non ha bisogno di alcuno stipendio per comprare le cose di B), o anche quelle di A) ovviamente. Quindi lo Stato deve esserci, con la sua spesa, se no B) va in rovina, e se va in rovina B) ci va anche A) che dipende da B) per i suoi profitti. E stiamo parlando proprio di aziende e di tutti i loro lavoratori, ricorda.

Che dire: è partito da un presupposto errato e ne propone una soluzione assolutamente imbecille.
E' ovvio che un sistema come lo descrive questo personaggio non funziona. Stesso discorso di prima: nel suo racconto inventa i presupposti che fanno volare superman, ma non è così nella realtà.

P. Ma lasciami arrivare alle parole “debito statale”, per essere preciso. Lo Stato deve però comprare con la sua spesa di più di quello che toglie con le tasse ad A) e B), ovvio, se no non ci sono profitti per A) e B); se no crolla tutta quella catena virtuosa. Gli deve versare più soldi di quanto li tassi. E lo Stato versa più soldi di quanto tassi solo quando?... nonna?
Nonna: Quando?
P. Solo quando spende a DE-BI-TO, quando cioè spende più di quello che incassa (tassa). Ecco provato il fatto che, di nuovo, se si elimina la spesa dello Stato a debito è impossibile che il contenitore generale dei cittadini e delle aziende si arricchisca al netto. Chi va in tv a dirci che la nostra salvezza è nell’eliminazione del debito pubblico, o non capisce niente di economia o vuole uccidere la nostra Gallina dalle Uova d’Oro secondo il piano delle elite di cui abbiamo parlato. Punto. Ti avevo già spiegato che il debito pubblico è la ricchezza dei cittadini, ora sai che è anche il profitto delle aziende in gran parte.

Secondo quanto detto dal fantasista dell'economia la Cina, prima economia al mondo, non è in realtà funzionante perché ha pochissimo debito pubblico mentre lo Zimbabwe è ricchissimo perché ha il debito pubblico più alto al mondo. Come al solito questo parla unicamente per sentire la propria voce.