Jaguar: il suicidio di un’icona automobilistica

Nel 2024, lo storico marchio britannico Jaguar ha intrapreso una serie di scelte strategiche che definire disastrose è quasi un eufemismo. Con un rebranding radicale, una campagna pubblicitaria che ha fatto storcere il naso a molti e l’abbandono totale dei motori termici in favore dell’elettrico, il brand ha perso la bussola. Il risultato? Un crollo verticale delle vendite e una crisi d’identità che ha allontanato la clientela storica.

Rebranding fallimentare e auto “elettrodomestici rosa”

La nuova immagine di Jaguar, fatta di spot patinati e personaggi da circo hipster, ha generato reazioni feroci. Tra i critici più noti, Jeremy Clarkson (Top Gear, The Grand Tour) ha definito i nuovi modelli come “elettrodomestici rosa”, sottolineando il distacco totale dalla tradizione sportiva ed elegante del marchio.

Il rebranding ha incluso:

  • L’abbandono dello storico logo del giaguaro rampante

  • Una comunicazione “inclusiva” e lifestyle-oriented

  • Un posizionamento estetico che ha disorientato il pubblico premium

Ironia sul rebrand della Jaguar

I numeri del disastro: Jaguar crolla in Europa

I dati parlano chiaro. Secondo l’ACEA, in Aprile 2024, Jaguar aveva venduto 1.961 vetture in Europa. Nel mese di Aprile 2025, le vendite sono scese a 49 unità, con un calo del 97,5%.

Ma anche nel medio periodo la situazione è drammatica:

  • Gennaio–Aprile 2024: 10.778 vetture vendute

  • Gennaio–Aprile 2025: 2.520 unità

  • Calo complessivo: -76%

Un tonfo che non può essere liquidato come “transizione temporanea”: è una crisi strutturale, causata da scelte volontarie e strategicamente discutibili.

Transizione elettrica e suicidio commerciale

Jaguar ha interrotto la produzione di modelli a combustione interna e ha sospeso le vendite nel Regno Unito, lasciando i concessionari senza inventario. Il piano “Reimagine” prevedeva il rilancio come marchio di auto elettriche di lusso, ma il mercato non ha risposto come sperato.

L’unico modello che ha mostrato segni di vita è la Jaguar I-Pace, SUV elettrico che ha totalizzato 1.642 immatricolazioni nei primi quattro mesi del 2025 — oltre il 65% delle vendite totali del brand.

Gli altri modelli (F-Pace, E-Pace, F-Type) hanno registrato performance disastrose, incapaci di intercettare il pubblico premium.

Considerazioni personali: un suicidio annunciato

Il crollo non è stato un incidente, ma il frutto di una strategia miope:

  • Rebranding che ha snaturato l’identità del marchio

  • Comunicazione che ha ignorato il target storico

  • Transizione elettrica gestita senza gradualità né coerenza

  • Problemi di affidabilità tecnica e reputazione compromessa

Jaguar ha smesso di parlare agli appassionati, per rivolgersi a un pubblico che non esiste — o che comunque non compra auto da 60.000 euro. E mentre il mercato corre verso l’elettrificazione, Jaguar si è autoesclusa con una mossa che sembra più una capriola ideologica che una visione industriale.

Jaguar e la sua campagna disastrosa

Conclusione: Jaguar può ancora rialzarsi?

Forse sì. Il marchio ha storia, prestigio e potenziale. Ma servono:

  • Una revisione profonda della strategia

  • Un ritorno ai valori di prestazioni, eleganza e esclusività

  • Investimenti in qualità costruttiva e innovazione reale

Altrimenti, il rischio è che Jaguar diventi un caso da manuale di rebranding fallimentare nel settore automotive. Andando a fare compagnia a marchi come Victoria's Secret e altri.

Il declino del design Jaguar: quando l’eleganza diventa anonimato

Come reale conclusione la mia opinione sul design delle macchine Jaguar attuali. Il nuovo corso stilistico di Jaguar è, a mio avviso, un tradimento visivo della sua stessa eredità. Quelle carrozzerie rosa e blu con un design orripilante della Type 00: sembra che abbiano preso una scatoletta di sardine e ci abbiano attaccato quattro ruote.

I SUV dall’aspetto anonimo e impersonale, sono il simbolo di una crisi estetica che accomuna molti marchi automobilistici oggi: un linguaggio stilistico uniforme, piatto, già visto decine di volte in forme troppo simili tra loro.

Dove una volta Jaguar sapeva essere unica, potente e bellissima, ora propone SUV privi di identità, ingombranti e privi di eleganza — progettati non per emozionare, ma per occupare spazio. Personalmente considero Pininfarina l’ultimo vero maestro del design automobilistico: le sue linee sanno raccontare storie, non semplicemente rincorrere trend.

Vedere Jaguar ridursi a questo è come osservare Leonardo fare balletti su TikTok dopo aver dipinto la Gioconda, o Michelangelo vendere soldatini di plastica dopo aver scolpito il David. È un’estetica che spreca la sua memoria, e lo fa con colori pastello e volumi da elettrodomestico, come disse Jeremy.

Un design orrendo

Fonti e approfondimenti:

Il giornale: articolo sulla "svolta woke" e il crollo delle vendite

Everyeye: Articolo sulle dichiarazioni di Jeremy Clarkson sulle nuove Jaguar