Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: Critiche e Riflessioni sul Discorso Misandrista
L'Obiettivo Originario e il Contesto della Giornata
Il fine della giornata è sensibilizzare l'opinione pubblica e denunciare comportamenti inaccettabili. Il messaggio “la violenza è sempre sbagliata” è chiaro e condiviso, ma la sua interpretazione viene a volte distorta dai mezzi di comunicazione e dalle manifestazioni politicamente caricate.
La Strumentalizzazione del Discorso: Messaggi Fuorvianti
Durante alcune manifestazioni, il dibattito si è spostato da una denuncia contro la violenza a un vero e proprio attacco contro l'intero genere maschile. Ad esempio, si è visto un cartellone recitare:
> "Scoperta la categoria di esseri umani responsabile del 100% dei casi di stupro: si tratta di maschi."
Questa affermazione, priva di fondamento statistico, evidenzia come certi eventi vengano sfruttati per alimentare un’agenda misandrica, distorcendo il dibattito verso la demonizzazione degli uomini.
Violenza Femminile Subita dagli Uomini: Un Fenomeno Sottostimato
La violenza non si limita a un solo genere. Sebbene il dibattito pubblico si concentri principalmente sui casi in cui uomini sono i carnefici, esistono situazioni in cui le vittime sono uomini, vittime di abusi fisici, psicologici ed emotivi perpetrati da donne. Purtroppo, questo aspetto è spesso minimizzato e sottorappresentato, tanto che molti uomini, per timore di stigma o per la mancanza di un adeguato supporto istituzionale, faticano a denunciare il proprio vissuto. Il riconoscimento di queste esperienze non intende sminuire il peso della violenza maschile, ma piuttosto promuovere un approccio equilibrato che tuteli tutte le vittime, indipendentemente dal genere. In quest’ottica, diventa fondamentale ampliare il dibattito e sviluppare politiche che non escludano nessuno, interrompendo così il ciclo del silenzio e incentivando percorsi di supporto a 360 gradi.
Distorcere le Dinamiche della Violenza e Ignorare Altre Vittime
Un ulteriore aspetto critico riguarda la manipolazione dei dati e l’omissione di realtà scomode:
Stupri e contesti particolari: Le dinamiche di violenza nelle carceri femminili, per esempio, vengono raramente discusse, nonostante rappresentino un fenomeno che meriterebbe attenzione.
Il fenomeno dello stalking: Le statistiche mostrano che nello stalking le donne risultano protagoniste quanto le vittime e, in molti casi, anche come autrici di comportamenti molesti ai danni di altre donne, ma questa complessità viene semplificata.
Inclusione economica e parità: Proposte come il "reddito di inclusione" vengono usate per dimostrare l'indipendenza economica delle donne vittime di violenza, mentre spesso si dimenticano le vittime della violenza femminile nelle coppie omosessuali o in altre configurazioni.
Questi esempi mostrano come, nel fervore degli attivismi, certi dati vengano travisati a favore di una narrazione unilaterale.
La Controparte nelle Manifestazioni: Il Caso del Giovane Partecipante
Un episodio particolarmente significativo riguarda un giovane che, partecipando a un corteo “contro la violenza sulle donne”, è stato spostato in fondo al gruppo perché “davanti ci devono stare le donne”. Alla sua domanda sulla parità, la risposta è stata silenziosa e seguita da insulti, evidenziando quanto l’atteggiamento disinclusivo possa compromettere il vero spirito di giustizia e uguaglianza.
Per approfondimenti sulla presenza di violenza anche nei confronti degli uomini, si può consultare questo articolo de Il Giornale
Conclusioni: Verso un Dibattito più Equilibrato
Nonostante l’intento originario di denunciare la violenza, l'utilizzo strumentale di news estreme e la demonizzazione del genere maschile rischiano di allontanare l’attenzione dal problema centrale. È fondamentale ripristinare un dialogo basato su fatti e numeri reali, capace di includere tutte le vittime – senza discriminazioni – e promuovere un approccio equilibrato e costruttivo al tema della violenza di genere.
Per chi desidera approfondire il dibattito sulle dinamiche del sessismo e sugli errori comunicativi dell’attivismo contemporaneo, rimangono molte altre questioni da esplorare: la disinformazione come arma politica, il ruolo dei media nel plasmare l’opinione pubblica, e gli effetti delle “fake news” sui movimenti sociali.