Lavorare Gratis per lavorare Tutti? Una Critica al Modello De Masi e ai Rischi per il Mercato del Lavoro

Introduzione

Il sociologo Domenico De Masi ha proposto una soluzione alla disoccupazione che ha fatto discutere: ridurre l’orario di lavoro e incentivare il lavoro gratuito. Ma questa visione, per quanto provocatoria, è davvero sostenibile in un mercato già fragile e precario?

Il Piano di De Masi: Utopia o Inganno?

Secondo De Masi, se chi lavora 40 ore settimanali ne lavorasse solo 36, si creerebbe spazio per nuovi occupati. L’idea è quella di “cedere” ore di lavoro ai disoccupati. Ma il punto più controverso arriva con la proposta di una piattaforma dove i disoccupati offrano le proprie competenze gratuitamente, “spaccando il mercato” e costringendo chi lavora troppo a ridurre il proprio carico.


De Masi lavorare gratis

Il Lavoro Gratuito Esiste Già (E Fa Danni)

Questa proposta ignora una realtà evidente: milioni di persone già lavorano gratis o per compensi ridicoli, soprattutto online. Il caso dei copywriter è emblematico: articoli SEO ben scritti che un tempo venivano pagati 100 euro, oggi vengono svenduti a 5 euro. Il risultato? Un mercato impoverito, professionisti costretti ad abbandonare la propria attività e una qualità generale in caduta libera.

Il Paradosso del “Lavorare Gratis per Lavorare Tutti”

De Masi sostiene che il lavoro gratuito possa essere una forma di rivoluzione e che chi lavora gratis, prima o poi, verrà retribuito. Ma nella realtà, chi lavora gratis viene spesso sfruttato. Le aziende non premiano la generosità: tendono a consolidare il lavoro gratuito come standard, abbassando ulteriormente le aspettative salariali.

Il Precariato Come Sistema

In Italia, il problema non è solo la disoccupazione, ma la precarietà strutturale: contratti a progetto abusati, voucher sottopagati, stage non retribuiti. Giovani che lavorano gratis “per farsi le ossa” e aziende che approfittano della loro vulnerabilità. Tutto questo ha ridotto i consumi, aumentato l’incertezza e indebolito il mercato interno.

Il Mercato Interno è in Crisi

I paesi economicamente forti hanno una classe media solida. In Italia, invece, la forbice tra ricchi e poveri si allarga, mentre il lavoro viene svalutato. Pagare poco o nulla chi lavora non è una soluzione: è parte del problema. Il mercato interno non può crescere se le persone non hanno reddito sufficiente per vivere, consumare e investire.

Il Rischio di Distruggere Interi Settori

Il lavoro gratuito non crea opportunità: distrugge interi settori professionali. Lo abbiamo visto nel mondo del web, dove la corsa al ribasso ha reso insostenibile la vita per molti freelance. E lo stesso rischio si corre in altri ambiti: design, consulenza, artigianato. Lavorare gratis non è un atto rivoluzionario, ma un boomerang sociale.

Conclusione: Serve un Modello Sostenibile, Non Utopie

La proposta di De Masi, per quanto teoricamente affascinante, non tiene conto delle dinamiche reali del mercato del lavoro. Lavorare gratis non è la chiave per combattere la disoccupazione, ma un rischio concreto per chi lavora e per l’economia nel suo complesso. Serve un modello che valorizzi il lavoro, non che lo svenda.


Intervista completa https://www.lastampa.it/politica/2017/01/21/news/il-sociologo-de-masi-36-ore-settimanali-per-azzerare-la-disoccupazione-1.34672420/