Chicago, 2017: disabile torturato in diretta Facebook riaccende il dibattito sull’odio razziale

Nel gennaio 2017, un caso di violenza estrema ha scosso l’opinione pubblica americana: quattro giovani afroamericani — due uomini e due donne — sono stati arrestati a Chicago per aver rapito e torturato un ragazzo bianco di 18 anni affetto da schizofrenia e disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). L’aggressione è stata trasmessa in diretta su Facebook Live, attirando l’attenzione dei media internazionali.

I fatti: rapimento, torture e insulti razziali

Secondo quanto ricostruito dalle autorità, il ragazzo era stato inizialmente invitato da uno degli aggressori, Jordan Hill, con il pretesto di un pigiama party. Successivamente, è stato picchiato, legato, imbavagliato e trasportato in un appartamento abbandonato nella zona ovest di Chicago. Lì, per oltre 24 ore, è stato sottoposto a violenze fisiche e psicologiche, tra cui:

  • costrizione a bere acqua dal WC,

  • tagli allo scalpo con un coltello,

  • insulti razziali e politici,

  • minacce di morte.

Durante il video, gli aggressori lo costringono a pronunciare frasi come “F** Trump”* e “I love black people”, mentre lo colpiscono e lo deridono.


Razzisti neri torturatori di un disabile bianco

Un crimine d’odio riconosciuto dalla giustizia

Il caso è stato classificato come hate crime (crimine d’odio) dalle autorità. Jordan Hill, considerato il leader del gruppo, ha ricevuto una condanna a otto anni di carcere dopo aver ammesso la propria colpevolezza per sequestro aggravato e crimine d’odio. Anche gli altri tre imputati — Brittany e Tanishia Covington e Tesfaye Cooper — sono stati condannati con pene variabili.


Riflessioni sul razzismo e sulla disabilità

Il caso ha sollevato interrogativi profondi su razzismo inverso, discriminazione contro i disabili e responsabilità dei social media. Il fatto che la vittima fosse bianca e affetta da disabilità mentale ha alimentato un acceso dibattito sull’equità nel trattamento mediatico e giudiziario dei crimini motivati da odio razziale.

Molti commentatori hanno sottolineato che, se i ruoli fossero stati invertiti, la copertura mediatica sarebbe stata più ampia e il caso avrebbe ricevuto maggiore attenzione da parte di attivisti e opinionisti.

Conclusione: un caso che non va dimenticato

Il caso di Chicago del 2017 resta uno degli episodi più inquietanti di violenza su persona disabile trasmessa online. È un promemoria doloroso di quanto l’odio, in qualsiasi direzione, possa degenerare in atti disumani. E di quanto sia importante affrontare ogni forma di razzismo — anche quella meno raccontata — con la stessa fermezza e chiarezza.

Fonti e approfondimenti:
ABC7 Chicago notizia delle sentenze
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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.