🧠 Bambole, scimmie e marketing: davvero il patriarcato impone i giocattoli?
Da anni si ripete che le bambole vengono imposte alle bambine da un sistema patriarcale, mentre ai maschi toccano robot e macchinine. Ma se fosse davvero così, come si spiega il fatto che anche le scimmie femmina — che non leggono riviste di moda né guardano spot pubblicitari — mostrano preferenze simili?
La risposta è semplice: non tutto è colpa della cultura. Alcune preferenze sembrano avere radici biologiche. E la scienza lo dimostra.
🧪 Preferenze di genere nei giocattoli: cosa dicono gli studi
Uno studio pubblicato su Current Biology ha osservato che le giovani scimpanzé femmine nel Parco Nazionale di Kibale (Uganda) giocano con bastoncini come se fossero cuccioli, portandoli nei nidi e trattandoli con cura. Questo comportamento, che richiama il gioco simbolico umano, è stato interpretato come una forma primitiva di cura materna. In altre parole, si tratta di un chiaro esempio di comportamento materno negli scimpanzé, che emerge spontaneamente e senza alcuna influenza culturale.
I maschi, al contrario, non mostrano alcun interesse per questo tipo di gioco. Preferiscono oggetti mobili, come ruote o bastoni da lanciare, proprio come accade nei test condotti sui macachi. Anche in quel caso, si è osservato che i maschi scelgono giocattoli “maschili”, mentre le femmine si orientano verso oggetti “sociali” o relazionali. Queste differenze non sono limitate ai primati: studi condotti su neonati umani di appena nove mesi confermano che le preferenze di genere nei giocattoli emergono ben prima che la cultura o l’educazione possano intervenire.
In sintesi, le differenze tra giocattoli maschili e femminili nelle scimmie — così come negli esseri umani — sembrano avere una base biologica. E questo rende difficile sostenere che siano solo il frutto di un condizionamento sociale.
🧩 Biologia o indottrinamento?
Secondo alcune correnti femministe radicali, la distinzione tra “giochi da maschi” e “giochi da femmine” sarebbe una costruzione sociale imposta dal patriarcato per rafforzare ruoli di genere rigidi. Ma se anche le scimmie femmina, in contesti completamente privi di cultura umana, mostrano comportamenti simili al gioco materno — come accade con i bastoncini usati come bambole — allora il discorso si complica.
Le evidenze suggeriscono che le preferenze nei giocattoli non sono imposte, ma emergono spontaneamente. Il marketing, in questo contesto, non crea il desiderio: lo intercetta. Le aziende produttrici di giocattoli non fanno altro che rispondere a una domanda reale, osservando cosa attira l’attenzione dei bambini. E se le bambine scelgono le bambole più dei maschi, non è per via di un lavaggio del cervello, ma perché esiste una predisposizione naturale. Parlare di giocattoli e stereotipi di genere senza considerare la componente biologica rischia di semplificare eccessivamente una realtà molto più sfumata.
In definitiva, il rapporto tra marketing e preferenze infantili è più reattivo che prescrittivo: i produttori seguono ciò che funziona, non impongono gusti a tavolino. E se nemmeno i genitori riescono a forzare le preferenze dei figli, è difficile credere che possa farlo una pubblicità.
🧠 Il ruolo del marketing: causa o effetto?
Negli anni ’70, la maggior parte dei giocattoli non aveva etichette di genere. Ma dagli anni ’90 in poi, il cosiddetto “kid marketing” ha spinto verso una segmentazione più netta: rosa per le bambine, blu per i maschi. Questo ha sicuramente rafforzato alcuni stereotipi, ma non li ha creati da zero.
Come spiega la sociologa Rossella Ghigi, “ogni giocattolo stimola una determinata area del cervello. Se limitiamo le esperienze, limitiamo anche lo sviluppo”. Ma questo non significa che ogni differenza sia artificiale. Significa che dobbiamo offrire più possibilità, non negare le predisposizioni.
🧠 Conclusione: la realtà è più complessa degli slogan
Non esiste un piano segreto per imporre le bambole alle bambine. Esistono preferenze, influenze culturali, e una lunga storia evolutiva. Le aziende rispondono a ciò che vende. E ciò che vende, spesso, è ciò che i bambini scelgono spontaneamente.
Se nemmeno i genitori riescono a imporre gusti ai figli, come può farlo uno scaffale di negozio?
📚 Fonti
❓ Domande frequenti
Le scimmie femmina preferiscono davvero le bambole? Sì. Studi su scimpanzé e macachi mostrano che le femmine tendono a giocare con oggetti che simulano la cura, come bastoncini trattati come cuccioli.
Il marketing impone i giocattoli di genere? Il marketing può rafforzare stereotipi, ma non li crea dal nulla. Le preferenze emergono anche in assenza di condizionamento culturale.
È possibile offrire alternative senza negare le differenze? Sì. L’obiettivo non è forzare la neutralità, ma offrire varietà. Più scelta, meno imposizione.