Quando la disabilità disturba… chi è davvero il fragile?

Ultimo aggiornamento: Luglio 2025

Nel 2016, un turista in vacanza sulla costa abruzzese scrisse una recensione su TripAdvisor che fece il giro del web. Il motivo? Si lamentava della “miriade di disabili” presenti nel villaggio turistico, sostenendo che la loro sola presenza avesse “rovinato le vacanze” ai suoi figli. Una frase su tutte:

“Vedere dalla mattina alla sera persone che soffrono sulla sedia a rotelle non fa bene ai miei figli.”

Sembra una parodia da Lercio, e invece è tutto vero. Ma a quasi dieci anni di distanza, vale la pena chiedersi: è cambiato qualcosa? O quel tipo di mentalità è ancora tra noi, solo più silenziosa?

Roseto: ignoranza in villeggiatura

Il turista, ospite di un camping a Roseto degli Abruzzi, non solo si è lamentato pubblicamente della presenza di persone con disabilità, ma ha anche minacciato di chiedere un risarcimento danni per il “disagio psicologico” causato ai suoi figli. Una quindicina di ragazzi in carrozzina, in vacanza con un’associazione, erano diventati per lui un “problema visivo”.

Discriminazione verso i disabili turismo Italia

Il linguaggio usato nella recensione era surreale: “non per discriminare, ci mancherebbe”, scriveva, mentre di fatto chiedeva che le persone con disabilità venissero tenute lontane dalla sua vista. Come se la disabilità fosse qualcosa da nascondere, da confinare, da censurare.

✈️ Discriminazione e turismo: un problema ancora attuale

Purtroppo, episodi simili non sono confinati al passato. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le segnalazioni di discriminazione nei confronti di viaggiatori con disabilità, soprattutto nel settore dei trasporti e dell’ospitalità.

Casi recenti:

  • ✈️ Il giornalista della BBC Frank Gardner è stato lasciato bloccato su un aereo a Heathrow perché il suo ausilio per la mobilità non era stato restituito.

  • 🐕‍🦺 L’ex commissario australiano per la disabilità Graeme Innes è stato bloccato all’ingresso di un body scanner con il suo cane guida all’aeroporto di Adelaide.

  • 🧑‍🦽 Una famiglia con un figlio disabile è stata abbandonata in aeroporto dopo che il personale ha rifiutato di fornire assistenza.

Questi episodi dimostrano che la discriminazione contro le persone con disabilità è ancora radicato, anche nei contesti che dovrebbero essere più inclusivi.

🧭 Educare alla presenza, non all’assenza

Il caso di Roseto non è solo una testimonianza di ignoranza individuale. È lo specchio di una cultura che, ancora oggi, fatica ad accettare la disabilità come parte della normalità. Quando un genitore dice che “vedere persone in carrozzina fa male ai figli”, sta insegnando loro che la diversità è qualcosa da evitare, non da comprendere.

Ma la vera sofferenza non è quella che si vede. È quella che si infligge quando si nega a qualcuno il diritto di esistere nello spazio pubblico, di divertirsi, di viaggiare, di essere semplicemente presente.

🧱 Discriminazione sistemica: non solo episodi isolati

Quello che colpisce, leggendo casi come quello di Roseto o le esperienze recenti nei trasporti internazionali, è che non si tratta di episodi isolati, ma di un problema sistemico. La discriminazione verso le persone con disabilità è spesso normalizzata, ignorata o minimizzata, anche quando viola diritti fondamentali.

Secondo un’analisi pubblicata da The Conversation nel 2024, la Commissione australiana per i diritti umani ha ricevuto oltre 100 denunce formali di discriminazione nei confronti di viaggiatori con disabilità solo tra il 2016 e il 2022. I problemi più comuni includono:

  • Rifiuto di accesso a body scanner con cani guida

  • Danni o smarrimento di sedie a rotelle e ausili personali

  • Rimozione forzata da voli per “limiti di accesso”

  • Inaccessibilità di biglietterie e servizi online

Come ha dichiarato Graeme Innes, ex commissario per la disabilità in Australia:

“L’abilismo nei viaggi aerei è una negazione fondamentale del diritto alla libertà di movimento.”

E se questo accade nei contesti più regolamentati, come aeroporti e compagnie aeree, possiamo solo immaginare quanto sia diffuso in ambienti meno controllati, come strutture turistiche, ristoranti o villaggi vacanze.

📣 Conclusione: la disabilità non è un problema. Il pregiudizio sì.

La disabilità non è uno “spettacolo indecente”. Non è un fastidio da nascondere. È una condizione umana, come tante altre, che merita rispetto, visibilità e piena cittadinanza.

Chi si sente disturbato dalla presenza di persone con disabilità dovrebbe forse chiedersi:

“Chi è davvero fragile qui? Chi è davvero limitato nella visione del mondo?”

Perché il vero handicap non è la carrozzina. È lo sguardo che non sa vedere oltre.

Fonti e approfondimenti:

Reduced mobility: complaints against airlines and airports

The conversation: travelers with disability often face discriminations

The Independent: disability discrimination news

Il secolo XIX: troppi disabili nel villaggio dove va in vacanza

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Fabrizio Leone
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