🇮🇹 Terrorismo e Italia: irrilevanza o resilienza?
Ultimo aggiornamento: Luglio 2025
Da anni, accanto al calcio e alla lamentela sul meteo, lo sport nazionale più praticato sembra essere “scredita il tuo Paese”. Una forma di autolesionismo culturale che non passa inosservata nemmeno agli occhi degli stranieri, spesso sorpresi dalla nostra tendenza a sminuirci. Eppure, quando si parla di terrorismo internazionale e sicurezza nazionale, l’Italia è tutt’altro che irrilevante..
C’è chi sostiene che l’Italia non sia mai stata colpita da attentati perché “non contiamo nulla”. Una teoria tanto diffusa quanto superficiale. Alcuni analisti stranieri, come Robin Simcox su Foreign Policy, hanno ipotizzato che l’Italia sia “strategicamente meno rilevante” rispetto a Francia o Regno Unito. Ma esperti come Lorenzo Vidino, direttore del programma sull’estremismo alla George Washington University, liquidano questa teoria come “una grande stupidata”. In realtà, l’Italia è stata attiva in diversi teatri di guerra (Iraq, Afghanistan, Somalia), è stata più volte minacciata dallo Stato Islamico e conta oltre 29.000 obiettivi sensibili sotto sorveglianza. La verità è più complessa — e molto più interessante.
🛡️ L’Italia e l’assenza di attentati: una questione di prevenzione
Nel 2025, l’Italia è tutt’altro che irrilevante nello scacchiere geopolitico. Con il conflitto tra Stati Uniti e Iran in pieno svolgimento, il nostro Paese è considerato un obiettivo strategico per la sua posizione, le sue basi NATO e la presenza di infrastrutture sensibili. Secondo il Viminale, sono oltre 29.000 gli obiettivi sotto sorveglianza, tra cui:
basi militari americane (Sigonella, Aviano, Napoli)
ambasciate, sedi religiose e culturali
eventi pubblici, infrastrutture critiche e simboli occidentali
Eppure, a oggi, l’Italia non ha subito attentati riusciti. Non perché “non valiamo nulla”, ma perché il nostro sistema di intelligence e prevenzione è tra i più efficaci d’Europa.
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Dietro questa foto c'è una storia: questi terroristi hanno postato questo scatto su twitter. L'intelligence statunitense li ha rintracciati e li ha eliminati. |
❌ Il mito della mafia che ci protegge
Una delle teorie più assurde — e purtroppo ancora diffuse — è quella secondo cui “la mafia ci protegge dal terrorismo”. Una leggenda urbana che ignora la realtà: la criminalità organizzata è un danno sistemico, non un baluardo di sicurezza. In alcune zone può esercitare un controllo del territorio che scoraggia microcriminalità, ma non certo per altruismo. E non dimentichiamo che esistono documentati legami tra gruppi mafiosi e reti criminali internazionali, comprese quelle legate al traffico di esseri umani e al jihadismo.
🧠 Intelligence italiana: un modello silenzioso ma efficace
Negli ultimi anni, le forze dell’ordine italiane hanno sventato numerosi tentativi di attentato. Alcuni esempi:
Tre cittadini marocchini arrestati a Genova per proselitismo e reclutamento terroristico, individuati grazie a un messaggio WhatsApp sospetto e a un’indagine meticolosa su contatti, profili social e traffico telefonico.
Un imam radicalizzato, denunciato dai suoi stessi fedeli, espulso per motivi di sicurezza nazionale.
Diverse cellule monitorate e smantellate prima che potessero agire, anche grazie alla collaborazione tra intelligence e comunità locali.
Nel frattempo, in altri Paesi europei, le falle nei sistemi di prevenzione hanno avuto conseguenze tragiche. Non per incompetenza, ma per differenze strutturali e legislative. In Belgio, ad esempio, un sospetto terrorista non è stato arrestato perché la legge vietava di disturbare le famiglie dopo le 22. In Francia, le segnalazioni internazionali su soggetti pericolosi sono state ignorate prima degli attacchi a Charlie Hebdo e alla Promenade des Anglais.
⚔️ Una resilienza costruita nel tempo
L’Italia ha sviluppato una cultura della sicurezza a partire dagli anni di piombo, passando per il terrorismo mafioso e religioso. Abbiamo imparato a riconoscere i segnali, a costruire reti di sorveglianza e a intervenire prima che sia troppo tardi. Non è fortuna: è esperienza, competenza e un approccio pragmatico alla sicurezza interna.
E non mancano le minacce. Il cosiddetto “califfato” ha più volte dichiarato l’intenzione di colpire Roma, simbolo dell’Occidente e della cristianità. Ma finora, ogni tentativo è stato intercettato o neutralizzato.
🛡️ L’Italia nel 2025: allerta terrorismo ai massimi livelli
Dopo l’attacco statunitense ai siti nucleari iraniani, l’Italia è entrata in una fase di allerta massima per possibili ritorsioni terroristiche.
Il Ministero dell’Interno ha attivato il Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA) e il Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (CNOSP), con il coinvolgimento diretto di intelligence, forze dell’ordine e cybersicurezza.
Sono stati identificati oltre 29.000 obiettivi sensibili in Italia, tra cui:
10.000 infrastrutture critiche
1.000 siti legati a interessi statunitensi e israeliani
4.000 obiettivi solo a Roma
👉 Questi includono basi militari (Sigonella, Aviano, Napoli), ambasciate, sedi religiose, eventi culturali, concerti, e persino la residenza dell’ambasciatore USA, attualmente trasferito su uno yacht al largo di Civitavecchia per motivi di sicurezza.
🧭 Conclusione: smettiamola di sminuirci
L’Italia ha molti problemi, certo. Ma non è un Paese irrilevante, né un bersaglio dimenticato. È una nazione che ha saputo costruire una difesa solida contro il terrorismo, spesso senza clamore, ma con risultati concreti.
Smettiamola di raccontarci che “non ci colpiscono perché non contiamo nulla”. È una bugia comoda, che ci deresponsabilizza e ci fa dimenticare il lavoro silenzioso di chi, ogni giorno, protegge il Paese da minacce reali.
La verità è che qualcosa nel buio ci protegge. E funziona.
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