📉 Dall’attivismo al pronto soccorso: la lite con l’ex compagna
Tutto è iniziato nel luglio 2016, quando Vassallo è finito al centro di una colluttazione con la sua ex compagna e alcuni suoi amici. Secondo la versione della donna, lui sarebbe uscito di casa brandendo una spranga, colpendo di striscio lei e ferendo un amico, prima di cadere e ferirsi alla testa. Vassallo ha sempre sostenuto di essere stato aggredito.
Il fatto ha avuto un’eco mediatica anche per l’apparente contraddizione: l’uomo che si era detto contrario a ogni forma di medicina convenzionale si era recato al pronto soccorso per farsi curare. Un dettaglio che ha fatto discutere, soprattutto tra chi lo aveva sostenuto per la sua “coerenza etica”.
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Valerio Vassallo al pronto soccorso |
🚨 L’arresto per stalking e l’espulsione dal movimento
Pochi mesi dopo, a settembre 2016, Vassallo è stato arrestato con l’accusa di stalking nei confronti della sua ex compagna. Secondo le indagini, avrebbe continuato a perseguitarla con appostamenti e telefonate minatorie. A quel punto, anche il movimento Meta ha preso le distanze da lui, dichiarandolo “incompatibile” con i valori di non violenza del gruppo.
🥊 La condanna per aggressione a un cacciatore
Nel 2024, Vassallo è tornato alla ribalta per un altro episodio: è stato condannato a 4 mesi di carcere per fatti risalenti a 3 anni prima.
In compagnia di alcuni "attivisti" biellesi ha intercettato e inseguito un cacciatore, secondo loro "bracconiere di fagiani". L'uomo vedendosi aggredito è scappato rifugiandosi in un allevamento di sua proprietà, ma Vassallo e gli altri "attivisti" lo hanno inseguito. La situazione è degenerata in una colluttazione, e il cacciatore ha sporto denuncia per lesioni personali.
Negata la "Giustizia riparativa", cioè la possibilità di incontrare la vittima in contesti protetti per annullare il reato, è stato prima condannato a 6 mesi poi rivisti in 4 mesi di condanna.
🧠 Quando il pacifismo diventa aggressivo
Il caso di Vassallo è emblematico di una contraddizione che attraversa alcuni movimenti radicali: professare la non violenza, ma agire con modalità aggressive. È un paradosso che si ripete in vari contesti, dove l’ideologia — anche se nata da buone intenzioni — finisce per giustificare comportamenti estremi.
🔍 Che fine ha fatto Valerio Vassallo?
Ad oggi, Vassallo non risulta più attivo pubblicamente né nel movimento Meta né in altri contesti noti. Dopo la condanna del 2024, il suo nome è scomparso dai radar mediatici. Nessun canale ufficiale, nessuna nuova iniziativa. È probabile che abbia scelto — o sia stato costretto — a ritirarsi dalla scena pubblica.
📌 Conclusione: il caso Vassallo come monito
La storia di Valerio Vassallo non è solo una cronaca di caduta personale. È anche un’occasione per riflettere su quanto sia facile per alcuni movimenti perdere il contatto con la realtà, trasformando ideali nobili in dogmi rigidi. E su quanto sia importante distinguere tra coerenza etica e fanatismo ideologico.
Fonti e approfondimenti: