Nel maggio 2016, l’Oasi SOS Natura di Spinea (VE) fu teatro di una strage che sconvolse l’opinione pubblica: oltre 130 animali uccisi in due notti, tra cavie, galline, coniglietti e anatroccoli. Le prime reazioni furono di sdegno assoluto: si parlò di vandali, satanismo, crudeltà umana e persino mafia. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, tuonò contro “criminali privi di ogni rispetto per la vita”.
Ma la verità, come spesso accade, era più semplice e meno cinematografica: furono le volpi.
🧠 Predazione naturale e isteria collettiva
Le indagini condotte dall’Istituto Zooprofilattico del Veneto confermarono che i segni sui corpi degli animali erano compatibili con l’attacco di volpi, probabilmente una madre che insegnava ai cuccioli a cacciare, come aveva ipotizzato Massimo Zarattin di FederFauna. In primavera, infatti, le volpi sono particolarmente attive e possono compiere predazioni multiple, soprattutto in ambienti dove le prede non hanno vie di fuga.
La struttura dell’oasi — un recinto basso, non interrato, privo di telecamere — era facilmente accessibile. E ospitava animali non sterilizzati, in uno spazio ridotto, senza protezioni adeguate. Un contesto che, più che un rifugio, somigliava a un allevamento improvvisato.
🔥 La reazione animalista: tra indignazione e disinformazione
Molte associazioni animaliste reagirono con forza, parlando di “cattiveria inaudita” e chiedendo pene esemplari. Alcuni attivisti accusarono chi ipotizzava l’attacco delle volpi di “negazionismo” o di voler insabbiare la verità. Ma quando i rilievi scientifici confermarono la predazione naturale, molti furono costretti a fare marcia indietro, tra imbarazzo e silenzi.
Nel frattempo, erano già partite raccolte fondi, eventi di solidarietà e campagne social. Alcuni utenti iniziarono a chiedersi a chi fossero destinati quei soldi, e se l’associazione SOS Natura fosse effettivamente una ONLUS registrata — cosa che, all’epoca, risultava poco chiara.
🦊 Cosa possono fare davvero le volpi?
Le volpi sono predatori opportunisti. In presenza di animali chiusi in recinti, senza possibilità di fuga, possono entrare in uno stato di iper-predazione, uccidendo più prede di quante riescano a consumare. È un comportamento documentato in letteratura zoologica e osservato anche in contesti urbani e rurali.
In primavera, le volpi insegnano ai cuccioli a cacciare, e più di una volpe può agire in gruppo. In due notti, è perfettamente plausibile che abbiano ucciso oltre 130 animali, soprattutto se si tratta di cavie e piccoli roditori.
📌 Conclusione: quando la realtà è più forte della narrazione
La strage di Spinea è diventata un caso emblematico di reazione emotiva contro evidenza scientifica. Un esempio di come la disinformazione, l’ideologia e la mancanza di competenze zoologiche possano generare isterie collettive, accuse infondate e figuracce pubbliche.
Le volpi non sono assassine. Sono animali selvatici che seguono il loro istinto. E quando l’uomo crea ambienti artificiali senza protezioni, la responsabilità non è della natura, ma di chi non la conosce abbastanza.