Il wage gap sfatato dai suoi stessi sostenitori: quando la ricerca smentisce il mito

Nel dibattito sul divario retributivo tra uomini e donne, o wage gap, l’argomento è spesso piegato a logiche ideologiche più che numeriche. Curiosamente, proprio una ricerca concepita per dimostrarne l’esistenza finisce per minarne le fondamenta. Lo studio, in origine riportato da Time Magazine e ora archiviato, ha analizzato le retribuzioni medie in base a impiego, ore lavorate, anzianità ed esperienza, eliminando ogni variabile esterna. Il risultato? Una differenza retributiva molto risicata, in diversi casi inferiore al 3%, e sempre lontana dal mito del “le donne guadagnano il 70% rispetto gli uomini”.

Quando si confrontano stipendi reali, in settori dove la performance e l’esperienza fanno la differenza (come servizi professionali, immobiliari, consulenze tecniche e legali), le variazioni si rivelano minime. Di seguito la tabella dei risultati, trascritta integralmente, che evidenzia le differenze percentuali tra i salari medi maschili e femminili nei principali comparti economici:

📊 Differenze retributive reali tra uomini e donne per settore

Settore Stipendio medio uomini Stipendio medio donne Gap controllato (%)
Estrazione mineraria ed energetica$78,200$74,000–5,4%
Trasporti e logistica$54,700$52,100–4,7%
Agricoltura e pesca$50,800$48,700–4,2%
Finanza e assicurazioni$69,600$66,800–4,0%
Commercio al dettaglio$41,900$40,200–4,0%
Ristorazione e ospitalità$38,700$37,300–3,7%
Commercio all’ingrosso$53,200$51,300–3,6%
Informazione e telecomunicazioni$67,100$64,800–3,4%
Industria manifatturiera$63,800$61,800–3,1%
Settore manageriale$69,000$67,100–2,8%
Utilities$72,100$70,200–2,7%
Amministrazione pubblica$67,400$65,700–2,5%
Arte e intrattenimento$44,900$43,800–2,5%
Edilizia$57,200$55,800–2,4%
Servizi personali$46,100$45,100–2,1%
Educazione$53,000$52,000–1,9%
Servizi aziendali e smaltimento rifiuti$42,900$42,100–1,9%
Sanità e assistenza sociale$56,400$55,400–1,7%
Servizi scientifici e tecnici$72,600$71,400–1,6%
Immobiliare e affitti$48,500$47,900–1,3%

Fonte: Time Magazine / Dati controllati per anzianità, ore, esperienza e tipologia d'impiego

Nonostante i dati, hanno affermato di aver dimostrato il wage gap

Nonostante questi numeri parlino molto chiaro gli autori hanno comunque tuonato di aver dimostrato l'esistenza del wage gap. Non del 30% ma di almeno il 5%.

Ora, analizzando ulteriormente i dati notiamo come il dato del 5,4% è riferito al settore minerario.
Nel settore minerario in genere gli uomini stanno nelle gallerie mentre le donne stanno negli uffici con l'aria condizionata, mi sembra logico ci sia una piccola differenza salariale.

Fotografia di minatori che si riposano

Gli altri settori con il margine maggiore, seppur molto marginale, sono ugualmente lavori fisicamente impegnativi, in cui le differenze fra uomo e donna sono enormi. Basti pensare alla pesca: spesso gli uomini stanno MESI in mare, uno sforzo "leggermente" maggiore di chi sta alla scrivania.

L'abilità individuale

Nei settori dove la remunerazione dipende da abilità individuale, provvigioni o responsabilità, la parità è praticamente raggiunta e le differenze sono unicamente dovute appunto all'abilità individuale.

E dove si osserva un leggero scostamento, si tratta di differenze che rientrano nel margine di errore statistico, perché una differenza di appena il 2% non è nemmeno considerabile una differenza.

Tabella con i dati sul wage gap che lo smentisce: le differenze sono minime

I ruoli manageriali?

Sospetto che la maggior parte della differenza percentuale che vediamo sia dovuta ai ruoli manageriali.
Come abbiamo visto in un altro mio articolo le donne hanno una tendenza a sottovalutarsi e ottengono meno promozioni e ruoli di responsabilità, questo (e non il sessismo) potrebbe spiegare quella piccola differenza salariale fra uomini e donne quando non rientra nel margine di errore.

Conclusioni

In definitiva, se la discriminazione sistemica esisteva, questi dati suggeriscono che è ormai superata. Sono finiti i tempi delle fabbriche che assumevano donne e bambini perché li pagavano di meno. Quello che resta da raccontare è come le narrazioni distorte possono sopravvivere anche di fronte all’evidenza numerica — e come è compito dell’informazione indipendente fare luce su ciò che i dati

Fotografia di un taglialegna



📚 Fonti e approfondimenti

FAQ:

Il wage gap esiste davvero?

I dati analizzati in questo articolo mostrano che, a parità di ruolo, esperienza e ore lavorate, il divario retributivo tra uomini e donne è inferiore al 5%, e spesso sotto il margine statistico. La maggior parte delle differenze riscontrate sono associate a mansioni specifiche, ruoli manageriali o variabili individuali.

Le donne guadagnano meno per discriminazione?

La discriminazione sistemica, se esistente, sembra essere superata nei settori analizzati. Le differenze salariali residuali derivano più spesso da ruoli scelti, dinamiche di promozione e struttura del compenso (come provvigioni o bonus) che da bias di genere.

Perché il wage gap viene ancora citato nei media?

Spesso le statistiche presentate nei media si riferiscono al divario retributivo grezzo, che non tiene conto di variabili fondamentali come anzianità, settore, ruolo e ore lavorate. È importante distinguere tra differenze aggregate e differenze reali controllate per fattori rilevanti.

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.