L'incapacità manifesta dei pubblicitari nostrani

Oddio nostrani, non so quanto siano incapaci quelli di altri paesi, ma capita raramente di vedere pubblicità straniere tranne qualche trailer o pubblicità di macchine su youtube. In ogni caso, ogni giorno ci lanciano addosso pubblicità. La pubblicità è l'anima del commercio e fin qui è ok, ma non è ok spappolare i marroni al pubblico...

Fastidio e manuali applicati alla lettera

Questi pubblicitari, che non so da quale scuola vengono fuori ma o non hanno capito un tubo o gli hanno insegnato malissimo, applicano per filo e per segno in modo tarato e cieco tutte le nozioni che ai corsi di marketing hanno provato a spiegargli.

Ovviamente il fastidio scaturisce anche dal fatto che, secondo i "pubblicitari", ogni cianfrusaglia che vogliono vendere ti faccia conquistare decine di migliaia di belle ragazze che nemmeno sai dove girarti.

Torniamo alle nozioni...
Una di queste è che una persona deve sentir parlare di un prodotto, servizio o azienda per sette volte prima che si decida a comprare.
Adesso so già che hai capito bene e stai pensando, come me, che significa che si deve pubblicizzare per più tempo e con più mezzi: giornali, radio, televisione, cartelloni pubblicitari e così via. Così una persona vedendo la pubblicità diverse volte diventa un potenziale cliente.

Ecco non è lo stesso per i simpatici "pubblicitari" che non capendo un tubo di niente fanno la genialata:
Pubblicità in cui ripetono il nome del prodotto o dell'azienda anche per decine di volte, sfrangiando i marroni allo spettatore che nemmeno Torquemada. Ma come si fa ad essere così somari e non capire qualcosa di così semplice e trasformarlo in fastidio?


Altra cretinata in voga fra questi semi decerebrati di pubblicitari c'è quella di usare rumori fortissimi e improvvisi in modo da attirare l'attenzione. Roba che se stai mangiando mezzo distratto ti fa venire un colpo. Un po' come le pubblicità di Celentano, solo più fastidiosa. Incredibile come riescano a trovare nuovi e sempre più efficaci modi di rompere i marroni piuttosto di inventarsi qualcosa di utile.

Non paghi hanno pure peggiorato la cosa, inserendo il fastidio distillato ben 3 volte durante lo spot.
Evidentemente non vendevano e invece di capire di aver creato un abominio e cambiare rotta hanno calcato ulteriormente la mano. Dei geni veramente.

Tanto geniali che quando le loro tecniche di marketing distorte spingono la gente a lamentarsi pubblicamente del fastidio arrecato dalla televisione, non è che capiscono di aver rotto oltre ogni possibilità di riparazione i marroni e smettono. No ci vorrebbe troppa materia grigia per arrivare a tanto.
Quelli festeggiano! Addirittura cercano di smerciare il loro manifesto fallimento come un gran successo! E si danno le pacche sulle spalle a vicenda e prendono nota su come "fare il botto", tanto le vittime siamo noi mica loro!

E quando qualcuno gli fa notare che se una pubblicità infastidisce ci si ricorda il marchio e non lo si compra nemmeno sotto coercizione loro fanno appello alla loro autorità di "laureati in materia" per tacciare chi parla sostenendo che non capiscono un tubo: L'importante è che se ne parli!

Magari non capisce un tubo nemmeno Philip Kotler, il PADRE del marketing, che in uno dei suoi libri, Il marketing dalla A alla Z, afferma in modo inequivocabile di NON creare fastidio nelle persone, altrimenti quando si troveranno di fronte al tuo prodotto (come al supermercato) lo associeranno al fastidio e non lo compreranno.
Che incredibilmente è proprio quello che la gente continua a sostenere, ma i "pubblicitari" la sanno lunghissima! Mica gliela si fa a loro!

Però scusate se mi fido di più di uno stimato esperto di marketing, che lo ha praticamente inventato, più di uno sveglione che mi fa sentire 300 mila volta o mi mette  l'allarme di 'stoca*** così mi giro di scatto per vedere chi e cosa odiare per due anni di fila.

E lasciamo perdere il fatto che hanno scoperto che in psicologia lasciare la libertà di scelta influenza molto più la persona rispetto al "consigliarla". Da allora le pubblicità ti esortano a "scegliere".
Scegli il mio olio, scegli la mia televisione, libero di scegliere...

Fateci caso fra l'altro che ormai molte pubblicità nemmeno ti dicono più cosa stanno pubblicizzando.
Capita che vedo uno spot e mi domando "cosa stavano cercando di vendere?", talmente sono concentrati sulle tecniche di lavaggio del cervello che si scordano che devono descriverti il prodotto in qualche maniera.