Roma, sedicenne violentata da un militare: la doppia violenza della gogna mediatica

Una ragazzina di soli sedici anni è stata violentata a Roma da un militare di 31 anni. Alcuni, forse troppi, diversamente intelligenti hanno subito colto l'occasione per vomitare il proprio rancore sulla vittima, accampando accuse che nemmeno corrispondono con la realtà.

Cosa è successo a Roma nell'estate 2015

Nella notte fra il 29 e il 30 Giugno 2015 la ragazza, che rimane anonima per ovvie ragioni, era uscita con le amiche. Faceva un giro a mezzanotte in una via frequentata da tantissima gente, comprese famiglie (lo facevo perfino a 12 anni), insomma tutto normale.

Incrociano il trentunenne che le ferma mostrando loro un tesserino militare e spacciandosi per poliziotto. Chiede alla ragazza di seguirlo in caserma per una non meglio precisata "identificazione", secondo lui perché rischiava una multa perché "beccata" a bere birra con le amiche.

Nonostante il pretesto campato per aria la giovane si è fidata del tesserino che aveva visto e ha seguito quello che credeva un poliziotto. Lui invece di dirigersi verso il commissariato ha portato la ragazza vicino una zona malfamata e poco frequentata, l'ha trascinata in un parchetto vicino al parcheggio di via Casale Strozzi e ha abusato di lei.

Una delle sue amiche, vedendo che non tornava da troppo troppo tempo, ha chiamato la madre della ragazza. Lei allarmata si è immediatamente recata in via Baffico dalla figlia, e ha visto il militare che stava riportando indietro la giovane. Il presunto stupratore, notando una persona adulta, se l'è data a gambe immediatamente.

Le accuse pregiudizievoli delle persone

Secondo i "benpensanti" sul web la ragazza avrebbe commesso molti errori e quindi sarebbe stata abusata come "conseguenza delle sue azioni": vestita in modo provocante bazzicando una zona malfamata a notte fonda.

Ecco, proprio questo è il fatto: lo stupro è avvenuto in una zona malfamata, ma la ragazza stava frequentando tutt'altro luogo, come emerso dalle ricostruzioni che ho citato poco fa. Ci è stata trascinata a forza, non era da sola ed è stata fuorviata dal tesserino militare.

Inoltre la sedicenne non era nemmeno vestita in modo provocante, anzi viste le tendenze dei giovani di oggi era vestita molto più pudicamente rispetto moltissime coetanee.

Fra l'altro come dissi tempo fa, la maggior parte degli stupri viene perpetrato da familiari, compagni o conoscenti della vittima, per cui l'abbigliamento della ragazza c'entra un nulla nel 90% dei casi.

Ma anche ammettendo che l'abbigliamento faccia la differenza, se bastasse la nudità, come affermato dagli "esperti di criminologia da divano", in spiaggia e nei dintorni ogni santo giorno ci sarebbe un numero immane di violenze.

10 anni di carcere per il militare

Il trentunenne, Giuseppe Franco originario di Catanzaro, si è difeso affermando che il rapporto fosse stato consensuale. Ma le prove, le testimonianze e le dichiarazioni della ragazza hanno smentito la sua teoria difensiva.

L'uomo, in forza all'arsenale della Marina, si è spacciato per poliziotto e ha trascinato la ragazza in un parco malfamato, non sono comportamenti né leciti né naturali. Lo riprova la condanna.

La ragazza non ha colpe: non poteva sapere che quel tesserino militare non fosse della polizia e che quell'individuo stava commettendo un reato (perché spacciarsi per forze dell'ordine è un reato e anche grave) per separarla dalle amiche.

La poveretta è solamente stata ingannata, non c'è il minimo dubbio.

Il fratello denunciato per favoreggiamento

Per abusare della ragazza Franco aveva legato la bici vicino al parco che poi, visto anche l'arrivo della madre, ha abbandonato lì.

Le forze dell'ordine hanno quindi messo il mezzo sotto appostamento continuo, e hanno colto in flagrante il fratello dell'abusatore mentre cercava di portarla via e lo hanno denunciato per favoreggiamento.

Nonostante questo non ci sono aggiornamenti a riguardo, il che fa presupporre che il suo caso sia stato archiviato. Forse il fratello gli aveva chiesto di recuperare la bici sbadatamente dimenticata senza specificare che l'aveva lasciata lì a seguito di una serie di reati.

Non giudichiamo le persone senza conoscere i fatti

E' facile giudicare da dietro uno schermo, molto facile. Ma anche molto dannoso. Fermarsi a riflettere un attimo aiuterebbe tantissimo sia ad evitare di apparire come persone superficiali sia a evitare danni ulteriori in situazioni incresciose.
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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.