Dopo l'attentato a Parigi tutte le testate giornalistiche francesi si sono strette attorno alla redazione del Charlie Hebdo dimostrando loro solidarietà con la frase "Je suis Charlie", io sono Charlie, simboleggiando il messaggio "non potete fermarci".
Questo perché ad essere sotto attacco era la libertà di stampa, satira e critica come inteso in Francia.
Non è il fatto che siano stati vittima di un attentato, a quel punto solidarizzi con chiunque sia vittima di un gesto così vigliacco e folle, ma il MOTIVO per cui sono stati attaccati: la satira dissacrante ed estrema che li caratterizzava infastidiva gli estremisti che hanno deciso di eliminare la redazione del giornale così da zittire la loro satira.
Ora va spiegato alla gente che in Francia la libertà di espressione è TOTALE e intesa molto differentemente da come la intendiamo in Italia, per cui un giornale simile poteva pubblicare senza nessun problema, e il fatto che siano stati attaccati e abbiano ucciso delle persone per TAPPARGLI LA BOCCA è stato visto come un gravissimo tentativo di censura. Oltre ovviamente ad un attacco brutale e gratuito.
Un giornale come il Charlie Hebdo in questo paese non sarebbe potuto nemmeno essere pensato, figurarsi esistere. E infatti non esiste: trovatemi un cugino nostrano del Charlie Hebdo.
Io stesso, che faccio ironia e satira, vengo minacciato di querela ogni 3x2 dall' "offeso" di turno, c'è gente che si offende perfino quando faccio ironia e battute sulle pubblicità in televisione con cui non hanno niente da spartire. Non scherzo, anzi è tutto documentato!
Che bella faccia di bronzo eh.
Oggi però sono tutti "Charlie", come anche la RAI che licenzia giornalisti per una frase ironica.
Questo perché ad essere sotto attacco era la libertà di stampa, satira e critica come inteso in Francia.
Io sono Charlie ma a grandi linee
Ora, finché si dice "je suis Charlie, uccidete anche a me" posso anche capire che si voglia solidarizzare con la redazione del settimanale, ma bisogna capire perché si solidarizza con loro.
Perché molti non l'hanno fatto.
Non è il fatto che siano stati vittima di un attentato, a quel punto solidarizzi con chiunque sia vittima di un gesto così vigliacco e folle, ma il MOTIVO per cui sono stati attaccati: la satira dissacrante ed estrema che li caratterizzava infastidiva gli estremisti che hanno deciso di eliminare la redazione del giornale così da zittire la loro satira.
Ora va spiegato alla gente che in Francia la libertà di espressione è TOTALE e intesa molto differentemente da come la intendiamo in Italia, per cui un giornale simile poteva pubblicare senza nessun problema, e il fatto che siano stati attaccati e abbiano ucciso delle persone per TAPPARGLI LA BOCCA è stato visto come un gravissimo tentativo di censura. Oltre ovviamente ad un attacco brutale e gratuito.
In Italia Charlie non sarebbe potuto esistere
Torniamo all'Italia, che con la sua mentalità la libertà di stampa è ben lontana da essere libera.
Un giornale come il Charlie Hebdo in questo paese non sarebbe potuto nemmeno essere pensato, figurarsi esistere. E infatti non esiste: trovatemi un cugino nostrano del Charlie Hebdo.
Una cosa impensabile.
Questo è il paese dove se dici mezzo bah contro il papa, magari sottolineando la realtà dei fatti vieni LICENZIATO, come l'ex giornalista RAI Roberto Balducci che fece scalpore per aver detto che all'angelus del papa c'erano "i soliti 4 gatti", licenziato su due piedi per aver "osato" tanto.
Questo è il paese dove se dici mezzo bah contro il papa, magari sottolineando la realtà dei fatti vieni LICENZIATO, come l'ex giornalista RAI Roberto Balducci che fece scalpore per aver detto che all'angelus del papa c'erano "i soliti 4 gatti", licenziato su due piedi per aver "osato" tanto.
Io stesso, che faccio ironia e satira, vengo minacciato di querela ogni 3x2 dall' "offeso" di turno, c'è gente che si offende perfino quando faccio ironia e battute sulle pubblicità in televisione con cui non hanno niente da spartire. Non scherzo, anzi è tutto documentato!
La cosa peggiore?
Quella simpaticona di Barbie Xanax, che con la sua soave ed elegante voce inneggiava alla censura di Nebo, autore di Bagni Proelator e redattore all'epoca di GQ Italia, licenziato sotto le sue invettive.
Quella simpaticona di Barbie Xanax, che con la sua soave ed elegante voce inneggiava alla censura di Nebo, autore di Bagni Proelator e redattore all'epoca di GQ Italia, licenziato sotto le sue invettive.
Salvo poi diventare paladina della libertà di espressione dopo l'attentato al Charlie Hebdo.
Che bella faccia di bronzo eh.
Oggi però sono tutti "Charlie", come anche la RAI che licenzia giornalisti per una frase ironica.
Ma non eri Charlie?
Ebbene, quando poi in seguito all'attentato anche io mi dichiarai "Charlie" mi ritrovai a muovere loro una critica. In occasione della loro copertina vignetta sul terremoto di Amatrice a cui diedero la colpa alla mafia, quando l'80% degli edifici erano storici.
Criticai aspramente quella semplificazione, al che la gente che non aveva capito cosa significava definirsi "Charlie" mi affrontò: Ma non eri Charlie?
Certo, lo confermo e lo continuo a sostenere. Ma fra solidarizzare con chi viene ucciso perché rappresenta una libertà di parola totale da parte di chi vuole la censura e criticare il loro lavoro c'è una differenza abissale.
Certo, lo confermo e lo continuo a sostenere. Ma fra solidarizzare con chi viene ucciso perché rappresenta una libertà di parola totale da parte di chi vuole la censura e criticare il loro lavoro c'è una differenza abissale.
Dove sta scritto che non posso criticare il lavoro altrui?
Inoltre anche la mia critica fa sempre parte della libertà di parola che l'attentato a Charlie voleva distruggere ed intimidire. Perché ci sono stati personaggi che hanno visto la cosa come ipocrita o come una contraddizione?
Charlie è contro la censura
Le persone si dichiaravano "Charlie" perché condividevano il loro ideale di libertà di parola.
Chi non ha capito sono quei personaggi che si dichiaravano Charlie così, a grandi linee.
Come gli animalisti che solidarizzarono con loro, perché quelli della redazione erano anche animalisti anti "vivisezione". Ma dire "Je suis Charlie" appunto era come dire "sono contro la censura" mentre quegli stessi personaggi che hanno usato impropriamente l'etichetta hanno passato anni a segnalare e censurare, e quando non riuscivano insultavano, attaccavano e minacciavano chiunque fosse sulla loro strada. In pratica sono il volto della censura che si dice contro la censura. Ipocrisia da vendere.