Gli omega-3 nei vegani: verità e distorsioni scientifiche

Nel sito web intitolato "Il Cambiamento" è stato pubblicato un articolo senza firma che ha deciso di disinformare riguardo gli Omega 3, acidi grassi fondamentali per la nostra salute. Secondo questo autore le fonti migliori sono vegetali, andando contro ogni evidenza scientifica e travisando uno studio scientifico, diffondendo disinformazione nutrizionale.

Gli Omega-3 vegetali non sono direttamente utilizzabili

Seppur vero che gli omega-3 vegetali sono ampiamente disponibili, trovati nei semi di lino, semi di chia e le noci, si tratta di una forma non direttamente utilizzabile dal nostro organismo, che deve essere convertita in EPA e DHA con una resa molto limitata. L'ALA (vegetale) viene convertita in EPA con una resa del 5-10% e in DHA con un valore inferiore al 1%.

Vediamo alcuni estratti del "articolo":

Pesce cucinato

Estratti dell'articolo de "Il Cambiamento"

"Omega-3, la fonte privilegiata è quella vegetale"
Un titolo che fa intendere una certa sicurezza, ma è mal riposta.

"In base a un nuovo studio apparso di recente sull'American Journal of Clinical Nutrition è stato confermato che l'assunzione di omega-3 si può ricavare più facilmente da fonti vegetali che da diete a base di pesce. Una buona notizia per tutte le specie marine a rischio estinzione, ma anche per chi ha scelto un'alimentazione vegetariana o vegana."
No in realtà non è così, hanno totalmente travisato e semplificato quanto rilevato da quello studio, ma lo vedremo in dettaglio più avanti, ora vediamo a quali conclusioni arriva l'autore.

"Vegetariani e vegani provvederebbero autonomamente alle proprie necessità di acidi grassi essenziali omega-3 a lunga catena (presenti nel pesce) ricavandoli dagli acidi grassi omega-3 vegetali, quindi senza dover introdurre nella propria dieta la carne di pesce. Tali grassi sono importanti per il buon funzionamento dei meccanismi metabolici."
Una buona notizia per i vegani di tutto il mondo! Vorrei sottolineare come molti vegani definiscono la ricerca medica "la falsa scienza", ma siccome in questo caso credono che abbia dimostrato qualcosa che gli fa comodo non è più "falsa scienza" ma è scienza buona.

Lo studio dice tutt'altro

Andiamo a vedere lo studio che hanno citato e leggiamone le parti più importanti:

Il titolo è questo:
"Dietary intake and status of n−3 polyunsaturated fatty acids in a population of fish-eating and non-fish-eating meat-eaters, vegetarians, and vegans and the precursor-product ratio of α-linolenic acid to long-chain n−3 polyunsaturated fatty acids: results from the EPIC-Norfolk cohort"
Tradotto: Assunzione alimentare e stato degli acidi grassi polinsaturi n−3 in una popolazione composta da consumatori di pesce, consumatori di carne non pescivora, vegetariani e vegani, e rapporto di conversione tra acido α-linolenico e acidi grassi n−3 a lunga catena: risultati dalla coorte EPIC-Norfolk.

Vediamo i results:
"Most of the dietary intake of EPA and DHA was supplied by fish; however, meat was the major source in meat-eaters, and spreading fats, soups, and sauces were the major sources in vegetarians. Total n−3 PUFA intakes were 57–80% lower in non-fish-eaters than in fish-eaters, but status differences were considerably smaller. The estimated precursor-product ratio was greater in women than in men and greater in non-fish-eaters than in fish-eaters"

Traduco:
La maggior parte degli EPA e DHA assunti con la dieta proviene dal pesce; tuttavia nei consumatori di carne la fonte principale era la carne, e margarina e creme spalmabili, zuppe e salse per i vegetariani. Il totale di n-e PUFA introdotto era inferiore del 57-80% nelle persone che non consumano pesce, ma la differenza fra i livelli era sensibilmente minore. Il rapporto tra precursore e prodotto era maggiore nelle donne rispetto agli uomini e maggiore nei non consumatori di pesce che nei consumatori.

Il rapporto tra precursore e prodotto — cioè la conversione da ALA vegetale a EPA/DHA — risulta più elevato nei soggetti che non consumano pesce, probabilmente per un adattamento metabolico. Tuttavia, i livelli di EPA e DHA restano comunque inferiori rispetto a chi consuma pesce, sebbene la differenza sia meno marcata di quanto si ipotizzasse in passato.

Da un piccolo dato una dichiarazione roboante

Questa modesta differenza nella conversione metabolica è stata sufficiente perché questi personaggi tuonassero le fonti vegetali sono da privilegiare, che i vegetariani e vegani non hanno da temere niente e hanno addirittura titolato "la fonte privilegiata".

Sostenere che sia ‘di gran lunga migliore’ è un azzardo privo di fondamento scientifico: c'è una differenza che può essere del 50-70% fra chi consuma pesce e chi no, è abissale!

Ma leggiamo nel dettaglio i passaggi peggiori:
"Lo studio ha mostrato come, a fronte di una minore introduzione di omega-3 attraverso la dieta tipica dei vegetariani/vegani, se paragonata a chi consuma pesce in quantità (con una percentuale che va dal 57% all’80 % di differenza), livelli di EPA e DHA sono risultati essere pressoché uguali nei due gruppi di campioni studiati."

Davvero?
Leggiamo di nuovo lo studio, giusto per sicurezza:
"Substantial differences in intakes and in sources of n−3 PUFAs existed between the dietary-habit groups, but the differences in status were smaller than expected, possibly because the precursor-product ratio was greater in non-fish-eaters than in fish-eaters, potentially indicating increased estimated conversion of ALA. If intervention studies were to confirm these findings, it could have implications for fish requirements".

Esistono differenze sostanziali di introduzione di n-3 PUFA fra i gruppi dietetici, ma le differenze fra i livelli ematici erano minori di quanto ipotizzato, probabilmente perché la conversione era maggiore nei non consumatori di pesce che potenzialmente indica una conversione maggiore degli ALA. Se successivi studi dovessero confermare queste conclusioni, potrebbe avere degli effetti sul fabbisogno di pesce necessario nella dieta.

Lo studio non dice che i livelli siano uguali, né che le fonti vegetali siano superiori. Dice che, nonostante un’assunzione molto più bassa, i livelli ematici sono meno distanti del previsto — grazie a una conversione parziale da ALA. Ma parziale non significa sufficiente. E sufficiente non significa ottimale. Chi ha letto ‘la fonte privilegiata’ ha letto ciò che voleva credere, non ciò che è scritto

Cosa dice in realtà questo studio

Ricapitolando: lo studio EPIC-Norfolk, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha analizzato l’assunzione e lo stato degli acidi grassi omega-3 in diversi gruppi dietetici, tra cui vegetariani, vegani e consumatori di pesce.

I risultati mostrano che chi non consuma pesce introduce fino all’80% in meno di omega-3 rispetto ai pescivori. Tuttavia, i livelli ematici di EPA e DHA, le forme biologicamente attive, risultano meno bassi del previsto. Questo è attribuito a una conversione parziale dell’ALA (acido alfa-linolenico, presente nei vegetali) in EPA/DHA, che sembra essere più efficiente nei soggetti che non assumono fonti animali.

Lo studio non afferma in alcun modo che le fonti vegetali siano superiori, né suggerisce di eliminare il pesce dalla dieta. Piuttosto, invita a condurre ulteriori ricerche per capire se, in alcuni casi, il fabbisogno di pesce possa essere ricalibrato alla luce di questi meccanismi compensatori.

Fonti e approfondimenti

Articolo preso in esame:

Per approfondire il ruolo degli omega-3 nella salute umana, si può consultare la pagina dell'EFSA (European Food Safety Authority): Fats and Fatty Acids – EFSA.

Lo studio citato è disponibile integralmente sull’American Journal of Clinical Nutrition: EPIC-Norfolk Study on Omega-3 – AJCN.

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.