Enrico Rizzi festeggiò la morte di Diego Moltrer, cacciatore e politico trentino: condannato

Ultimamente Rizzi, il "segretario nazionale" del "partito animalista europeo" (anche se il PAE ha negato sia mai stato parte del partito), è entrato nell'occhio del ciclone per aver festeggiato la morte di un uomo, Diego Moltrer, solamente perché era cacciatore.
Noi tutti sappiamo bene che questi animalisti, anzi "animalisti", non sono nuovi a questo genere di cose, ma questa volta stanno facendo una figuraccia a livello nazionale:

Enrico Rizzi "felicissimo della morte di un cacciatore"

Diego Moltrer era il presidente del consiglio regionale del Trentino, il 17 Novembre del 2014 stava accompagnando due giovani in quota e accusò un malore in un sentiero ripido. Disse ai giovani di continuare e che avrebbe solamente recuperato il fiato, ma venne ritrovato accasciato a terra. Nonostante i soccorsi e l'elitrasporto morì a 47 anni per arresto cardiaco.

Enrico Rizzi accolse la notizia con gioia, pubblicando nel suo profilo pubblico un post vergognoso. Si è definito da solo "felicissimo" della morte di una persona onesta che non aveva mai fatto del male a nessuno men che meno a Rizzi stesso.

Le altre parole oscene sono state: "Vigliacco assassino infame".
Insomma, si è proprio distinto non solo a festeggiare, ma anche ad insultare e sporcare la memoria di una persona che non conosceva, noncurante di quello che stava provando la famiglia, amici e colleghi.

Non è la prima volta che accade

Durante il caso Caterina Simonsen, quando in centinaia l'hanno insultata e minacciata perché durante un'intervista ha affermato di essere viva grazie alla ricerca medica, tutto il paese si è reso conto di che razza di personaggi sono.

Hanno mentito battendo i piedini a terra sostenendo che loro sono innocenti, puri e casti, e che insulti, minacce e auguri di morte erano stati fatti da "vivisettori con account fake".

A chi credono di gabbare non lo so, visto che poi nel giro di pochissimo tempo si sono distinti nuovamente in comportamenti condannabili e poco etici come questo.
Anche Enrico Rizzi è un fake?

Non possono dire nemmeno questo, perché Cruciani lo ha contattato telefonicamente durante il programma radio La zanzara, e quello che ha detto è aberrante: inizia dal minuto 9:50

Io fossi in lui mi vergognerei tantissimo, ma lui non è me, ed è convintissimo delle abominevoli affermazioni che ha fatto.

Non è un caso isolato

Come abbiamo visto in molti altri casi, non solo nel sopracitato caso Simonsen, quando fatti simili accadono non si parla di una sola "pecora nera", ma sono soliti unirsi tutti insieme per dimostrare che sono "forti".

Ed ecco che anche questa volta non hanno deluso le aspettative: hanno solidarizzato con rizzi!
Non è che prendono le distanze viste le bestialità dette, ci mancherebbe altro. Tutti loro pensano le stesse identiche cose!

Il PAE, "partito" animalista europeo", ha lanciato l'hashtag "#iostoconenricorizzi" e subito si sono lanciati centinaia di vegani e animalisti in sua difesa. Si contano centinaia di interventi! Vediamo alcuni esempi nelle immagini allegate, screen di post tutti pubblici:

Il primo si dice solidale con rizzi e anche lui felice della morte di Diego Moltrer.
Senza vergogna, da notare il "veg" fra nome e cognome.

Gli altri animalisti dicono "no alla caccia", non avendo capito un benemerito tubo di nulla della gravità della situazione.

Puoi anche essere contrario alla caccia, anche per ignoranza, ma da qua al desiderare così ardentemente che i cacciatori muoiano tanto da FESTEGGIARE quando accade non è un'idea, è essere incivili e potenzialmente criminali.

 Queste persone piccole piccole, che affogano nell'ignoranza e nel fanatismo, credono di protestare contro qualcosa ma in realtà stanno solo dimostrando di essere bestie senza cuore, senza coscienza. Esseri vuoti e senza anima.

Il top del disagio sono le foto con i cani con sotto un foglietto di carta straccia con scarabocchiato sopra a gran fatica quattro parole come se le avesse scritte il cane stesso.

Il disagio di gente che parla attraverso un cane, o che magari è convinta di riferire quello che pensa l'animale, che caccia in branco ed è discendente dei lupi, è immenso. Che credano sia contro la caccia è semplicemente il colmo.

La condanna

Nel 2019 Enrico Rizzi è stato condannato dal tribunale a pagare un complessivo di circa 60 mila euro.

Per aver usato le parole "Vigliacco infame", e probabilmente tutto il contorno, ha risarcito la famiglia con 34 mila euro, e ha dovuto pagare le spese processuali per un totale di circa 26 mila euro.

Ovviamente il suo commento è stato prevedibile:
"Continuerò a ritenere la caccia aberrante" e che non chiederà mai scusa alla famiglia per quello che ha detto.

L'estremismo animalista ha raggiunto livelli orrendi

Per concludere voglio lasciare due parole riguardo fatti simili: se centinaia di persone, migliaia perfino, continuano a festeggiare la morte di persone innocenti, a insultarle e diffamarle e nessuno prende le distanze da comportamenti simili c'è da domandarsi fin dove si è spinto il loro estremismo e quanto è vasto.

Pochissimi nel mondo animalista hanno espresso disagio per questo accaduto, segno che o sono d'accordo con lui o temono spaccature. Ma in entrambi i casi la cosa fa intendere che la vastità dell'estremismo animalista è cosa non da poco.

Fake? Pochi? Mele marce?
A me sembra che siano tantissimi. Sono fanatici, pericolosi, misantropi e furiosi, e sono VERI. 

Gli animalisti moderati dovrebbero prendere le distanze e isolare questi soggetti spietati, anche se sono la minoranza.

Fonti e approfondimenti

Per garantire la massima trasparenza e affidabilità, questa analisi si basa su fonti primarie, documenti ufficiali e contenuti verificabili. Di seguito una selezione di riferimenti utili per approfondire il caso Enrico Rizzi, la condanna per diffamazione e il contesto ideologico dell’animalismo radicale:

Le fonti selezionate sono state verificate per contenuto, autorevolezza e coerenza con i fatti riportati. Ogni affermazione è supportata da documentazione pubblica, testimonianze dirette o articoli redatti da testate giornalistiche riconosciute.

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.