E alla fine anche lui ci ha lasciati. Hulk Hogan, l’uomo che ha trasformato il wrestling da baraccone per appassionati hardcore a fenomeno pop da prima serata, è morto a 71 anni per arresto cardiaco. Un colpo al cuore — in tutti i sensi — per chi è cresciuto con le sue urla, le magliette strappate e quel baffo biondo che sembrava scolpito nel marmo.
🎭 Non era solo muscoli: era teatro, marketing, mito
Prima di lui il wrestling era roba da nicchia. Dopo di lui, era Hulkamania. Con il suo “Whatcha gonna do, brother?” ha creato un personaggio "larger than life", capace di far impazzire bambini, genitori e persino nonni. Ha vinto 12 titoli mondiali, ha fondato la famigerata NWO (New World Order) e ha portato la WWE e la WCW a livelli di popolarità mai visti.
🎬 Dal ring al grande schermo: Thunderlips e oltre
Nel 1982 entra nel mito anche al cinema: Thunderlips in Rocky III.
La scena del combattimento tra Rocky e Thunderlips doveva essere una “esibizione benefica”. Ma Hogan la prese sul serio… fin troppo.
Stallone racconta che tre stuntman finirono all’ospedale durante le riprese, travolti dalla furia dell’Hulkster.
In una mossa, Hogan saltò così in alto che la sua tibia colpì la clavicola di Stallone, che rimase a terra per 10 minuti temendo di avere l’osso fuoriuscito.
Stallone: “Mai niente mi aveva colpito così duramente. E da allora, più niente lo ha mai fatto.”
🎭 L’insulto che ha fatto la storia
Thunderlips entra in scena con quattro bionde in costume rosso e una mantella da imperatore romano.
L’annunciatore lo presenta come “The Ultimate Male”, e lui risponde con una delle battute più iconiche: “The Ultimate Male versus... the Ultimate Meatball!”
🧠 Stallone solleva Hogan… con trucco
Stallone è alto 1,76 m, Hogan sfiora i 2 metri. Per accentuare il dislivello, Hogan fu messo su una pedana durante le riprese.
In una scena, Stallone doveva sollevare Hogan. Lo fece davvero, ma ammise che fu uno degli sforzi più assurdi della sua carriera.
🤝 Il finale surreale
Dopo aver lanciato Rocky fuori dal ring e trasformato l’esibizione in una rissa da bar, Thunderlips si ricompone. Si mette in posa per una foto con Rocky, come se nulla fosse successo. “Un momento da wrestling puro: caos, botte, e poi il sorriso da showman.”
Altri film
Ma non ha recitato solo in Rocky, ha partecipato anche a “Mr. Nanny”, “Suburban Commando”, “No Holds Barred” — film che oggi sembrano usciti da un VHS impolverato, ma che all’epoca erano cult per chi aveva il poster di Ultimate Warrior in cameretta.🧠 Cadute di stile e ritorni
Non è stato un santo. Commenti razzisti, scandali, video privati pubblicati, cause vinte e perse. È stato rimosso dalla Hall of Fame nel 2015, poi reintegrato nel 2020. Ma come ogni mito americano, ha saputo reinventarsi: birra “Real American Beer”, convention repubblicana dove si strappa la maglietta davanti a Trump, e persino una nuova lega di wrestling fondata nel 2025.
🧩 Conclusione: Hulk Hogan non era solo un wrestler
Era un simbolo. Di un’America che urlava, esagerava, si truccava e si strappava la maglietta per dire “Io ci sono”. Era il wrestling prima che diventasse un triste balletto. Era il gigante che ha fatto da ponte tra il ring e il mondo dello spettacolo.
E ora che se n’è andato, ci resta solo da dire:
“Rest in power, brother. E strappa pure la maglietta anche lassù.”
📚 Fonti e Approfondimenti
Fonti aggiornate e selezionate per documentare la carriera, l’impatto culturale e gli aneddoti dietro la figura di Hulk Hogan.