Gogna pubblica contro un ragazzo autistico

I woke sono fissati con il rispetto delle minoranze e dei sentimenti altrui, specialmente se deboli come i disabili. Però poi quando si trovano di fronte un ragazzo con l'autismo subito fanno foto e fanno partire il linciaggio mediatico del malcapitato senza nemmeno fermarsi mezzo secondo a ragionare. Se mai ne sarebbero capaci, di ragionare.

L'autismo è maschilista

Questa femminista da tastiera con evidenti turbe psicologiche si siede sul bus dove erano presenti altre tre ragazze e si siede tranquillamente al suo posto. Dopo qualche minuto di viaggio, ad una fermata, sale a bordo un ragazzo che subito si avvicina con sicurezza ad una di loro chiedendole di "dargli il cinque", lei lo guarda storto e non gli parla nemmeno.

Così lui le siede vicino e continua a chiedere di dargli il cinque, vedendo che non rispondeva in alcun modo si è alzato in piedi chinandosi verso di lei, avvicinando la sua faccia alla sua, insistendo con la sua bizzarra richiesta.

Così la femminista da tastiera prende e si siede a fianco a lei, ponendosi fra i due, per farle da scudo. Così lui si è seduto di fronte a loro fissandole. Lei ha descritto questo comportamento come "dominante" e "aggressivo", senza farsi mezza domanda sulla stranezza della richiesta.
Nessun ragazzo normale al di sopra dei 10 anni va in giro a chiedere il cinque agli sconosciuti.

La ragazza racconta che infine gli ha domandato se c'era qualche problema, confessando di temere chissà quale reazione spropositata, accusandolo di avere un comportamento "predatorio". Riferisce che lui ha "bofonchiato qualcosa" e ha lasciato perdere.

Poi si è alzato ed è andato a chiedere il cinque ad un'altra ragazza, e quando lei ha cambiato posto lui l'ha seguita, sedendosi vicino a lei e fissandola, lei dimostrava immenso disgusto e ribrezzo.
E così ha fatto con una terza ragazza quando le altre sono scese dal tram.


Questo è chiaramente un comportamento anormale, atipico, anche se ad osservarlo non è un medico.

Ma non per la leonessa da tastiera, che non ha assolutamente riconosciuto l'ovvio comportamento autistico del ragazzo. Evidentemente non ha mai avuto nessun compagno di scuola con disabilità mentali, mai stata in un centro di cura, mai fatto volontariato di alcun tipo.
Per lei queste stranezze del suo comportamento erano dovute al "desiderio di dominare con il linguaggio del corpo" quindi maschilismo e patriarcato.

Così prende e gli fa una foto, ignorando le sue proteste, per metterlo alla gogna pubblica su Facebook e altri social. 80 mila like e decine di migliaia di condivisioni del suo racconto di questo "orco" che secondo lei ha seminato il panico fra le gentili pulzelle raccontando una versione dei fatti condita di boiate clamorose che nemmeno Andrea Dworkin.

Anche quando l'hanno avvisata che il ragazzo è autistico e bastava poco per farlo stare buono, ma soprattutto chiedevano di cancellare il post diffamatorio con tanto di foto, lei se ne è altamente fregata probabilmente in delirio di attenzioni da social lasciandolo lì ancora per giorni.

Era diventata famosa fra le femministe tronfie di astio, perché rovinare il momento?

Il risultato è che il ragazzo è stato rintracciato e sono partite le ovvie minacce di morte, a lui e famiglia, da parte di imbecilli woke, femministe estremiste e white knight che volevano punire il ragazzo autistico per il suo "comportamento patriarcale" rendendo loro la vita un inferno.

Cinque minuti di notorietà e gloria di una cretina a scapito di un ragazzo con problemi e della sua famiglia. Ah ma il cyberbullismo lo fanno gli uomini brutti e cattivi! Fare cybullismo è patriarcato, guai dire il contrario!

Una volta che la gente normale si è accorta dello squallore la cretina invasata ha cancellato il post vessatorio e diffamante che incitava alla violenza contro il ragazzo. Ma solo perché si è resa conto che rischiava un processo per le sue azioni. Cosa che avverrà ugualmente, mi auguro.

Continuate a promuovere i gender studies, che sfornano imbecilli di questa risma, intolleranti sessiste che non guardano in faccia ad un disabile solo perché è maschio. 
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