Femminicidio figlio del patriarcato

"Ad ogni singolo caso di donna uccisa dal compagno spunta di nuovo fuori il classico e ormai consumato "femminicidio", contornato dalle solite urla al patriarcato, alla mentalità maschilista, all'uomo che vede la donna come oggetto e così via. Giusto perché se uno è uomo è criminale dentro sin dalla nascita no?

Patriarcato e possessione

Peccato che non sia così, proprio un gran peccato. Peccato anche che la disinformazione femminista estremista e isterica abbia sostituito quasi in toto le nozioni che si possono trovare nel web, a partire dalla pagina di wikipedia che afferma spudoratamente che il femminicidio è dovuto alla mentalità patriarcale e maschilista. Che se l'avesse scritto anita sarkeesian avrebbe fatto perfino meno pena.

"Uomini che odiano le donne" e in generale questa frase viene ampliata a tutti gli uomini, perché appunto non sono uno o due che impazziscono, non sono problemi mentali, psicologici, di personalità o antisociali. Ma è l'uomo ad essere marcio dentro, machisita e patriarcale fino al midollo.

Il patriarcato di Mosca

Del resto siamo tutti violenti e potenziali stupratori no?
Se andassi in giro a dire che gli aborti sono causa delle donne che sono tutte scostumate come la prendereste? "Prima aprono le gambe con cani e porci poi ammazzano il bambino non voluto".
Offensivo vero? Perché allora ad ogni imbecille che uccide la compagna parte la campagna denigratoria per gli uomini?

La scusa numero uno è che gli uomini sono spaventati dall'indipendenza della donna, e quindi la uccidono perché abituati a vederla come oggetto.
Quindi secondo questo ragionamento in passato la violenza sulle donne non esisteva. Parlo di quando erano effettivamente sottomesse al marito o padre padrone. Tutto torna no? Prima non eravamo minacciati dall'emancipazione femminile quindi le donne non erano mai vittima di violenza!
Non è così? Ma che strano! Eppure non si può dire "sono cambiati i tempi" perché noi odiamo le donne perché il "retaggio culturale del patriarcato", no?

Ma se questo teorema fosse anche solo lontanamente giusto perché nei paesi musulmani dove le donne adultere vengono lapidate, non possono studiare, guidare, cantare e lavorare sono comunque vittima di violenza? A parte ovviamente la violenza di non farle studiare, guidare, cantare e lavorare ovviamente... Perché le lapidano se da lì non si muovono, asservite totalmente all'uomo?

E a proposito, voi qui potete studiare, guidare, lavorare, cantare, divorziare e in genere fare un po' quello che vi pare, ma ancora urlate al patriarcato... la differenza con i paesi veramente patriarcali ancora non la vedete eh.

Ma vediamo le parole di un criminologo, che forse ne sa qualcosa di più delle femministe della domenica che si scoprono antropologhe, psicologhe e in generale tuttologhe che ricollegano tutto alla malvagità maschile:

"PERCHE UCCIDONO?
Il profilo del femminicida purtroppo è tristemente noto, sono soggetto insicuri, in molti casi vittime di violenza assistita durante la loro infanzia , sono affetti da disturbi come si diceva prima in cui la persona da amare diventa un oggetto da possedere o un ostacolo da abbattere, non riescono ad elaborare le emozioni e l aggressività diventa una folle fase compensativa, non sanno elaborare il rifiuto , poiché non hanno gli strumenti della personalita’ per mettersi da soli in relazione con gli altri , la gelosia che questi provano , non è un sentimento accentuato, ma spesso un vero e proprio delirio"

Il criminologo lo reputa noto, ma nemmeno immagina il mare di fango che le "femministe" stanno buttando in faccia alla gente... in ogni caso il profilo è questo: hanno assistito a violenza durante l'infanzia, affetti da disturbi della personalità che li porta a vedere la compagna come oggetto (DISTURBI DELLA PERSONALITÀ).

E basta anche urlare al femminicidio in casi di omicidio suicidio, le cui basi psicologiche, le dinamiche e le intenzioni sono così complesse e varie che definirli tali va al di là della semplice propaganda: è priorio corruzione mediatica.

E riprendo un altro psicologo:

"Il problema non è l'emancipazione delle donne. Il problema è la violenza, alla base della quale è l'aggressività, alla base della quale è a sua volta un insieme di variabili che vanno analizzate caso per caso. La donna, i bambini, gli anziani sono vittime perché più deboli, soprattutto fisicamente. Se devo compiere violenza solo per sfogare le mie frustrazioni, sceglierò probabilmente qualcuno palesemente più debole di me, per aumentare le mie possibilità di successo, piuttosto che un pugile professionista. Una profilassi psicologica che partisse possibilmente da un'educazione precoce alla genitorialità, eviterebbe probabilmente l'incistarsi dei semi dell'aggressività durante l'infanzia, che potrebbero sfociare in violenza durante la vita adulta."

Quindi no, l'aggressività non è tratto "tipico degli uomini".
E spero vivamente che questa strumentalizzazione di tragedie per screditare il genere maschile finisca, perché si potrebbe fare benissimo lo stesso a parti inverse e non credo che la cosa possa risultarvi molto gradita. Ricordatevi che esistono infanticidi, sindrome di Medea, eliminazione dei compagni, violenza fisica e psicologica domestica da parte di donne contro uomini e bambini, stupri e tanto altro.

A sfruttare le magagne per screditare un intero genere si fa molto presto, è facile ed efficace ma tutt'altro che corretto. Lo volete capire o no? Ogni giorno mi sento dare dell'omicida, dello stupratore, del violento, del possessivo e altre porcate quando non ho mai fatto del male a nessuno. Doppi standard e sessismo, poi mi si vuole dare a bere che è "per l'uguaglianza".