Libri di Matteo Salvini distrutti, lui ringrazia

Cosa c'è di meglio per uno che fa del populismo la sua carta vincente per prendere voti se non diventare vittima e martire? Nulla. Per questo probabilmente in questo momento Matteo Salvini si sta fregando le mani con un sorriso sornione dopo che un gruppetto di diversamente pensanti ha assaltato delle librerie per distruggere il suo libro.

Distrutti i libri di Matteo Salvini

Non entro nella questione della bontà dei contenuti del libro in sé, che non ho letto e non ho intenzione di leggere. La questione va focalizzata sulla barbarie del voler zittire il prossimo alla faccia dei diritti inalienabili e della costituzione.

C'è modo e modo di esprimere dissenso, ma nel modo in cui è stato portato avanti in questo caso mi spiace ma non c'è alcuna differenza fra le azioni di questi imbecilli e quelle di un dittatore malefico che brucia i libri che non gli piacciono.


Tutto questo è sbagliato per ben quattro volte:
La prima è che si sta tappando la bocca e togliendo il diritto di parola ad una persona. Anche se dice baggianate è suo diritto poterle dire e ci siamo scrollati di dosso le peggiori dittature per avere questo diritto.

La seconda è che quella di distruggere i libri è una pratica usata principalmente dalla gente che questi "proletari" dicono di combattere, a questo punto diventando molto peggio di chiunque altro.

La terza è che si è fatto di Salvini un martire. Ergo ne hanno rafforzato l'immagine e il potere mediatico invece di danneggiarlo. E ben gli sta visto che si sono comportati come selvaggi.

La quarta distruggendo i libri nelle librerie non fanno altro che arrecare danno alla libreria stessa, che dovrà rimborsare i libri distrutti. Sapete quale è il margine su ogni libro di una libreria? Il 10%. 
Il libraio che già fatica ad arrivare alla fine del mese ci perde pure i soldi del pane.
Operazione svuota librerie, si per sempre.

Il lato positivo è che nella loro pagina Facebook tantissimi commenti e condivisioni condannano il gesto. Un po' di fiducia nel genere umano è stata ripristinata.