Il debunking è inutile?

Quando uscì lo studio che afferma che il debunking è inutile mi ha trovato leggermente in disaccordo.
Leggermente perché come chi mi segue da molto tempo ormai sa bene (esistete ancora?) uno dei miei modi di dire è: non puoi insegnare alla cacca a non puzzare. Però è anche vero che negli anni molte persone mi hanno detto che se non fosse stato per le spiegazioni avrebbe finito con il credere ai dementi raglianti del web. Ma non posso affermare che aveva torto...

Debunking: dipende da come lo si fa

Ebbene, in un certo senso Walter Quattrociocchi (uno degli autori dello studio) ha ragione.
Lo studio afferma che il debunking è inutile perché chi fa parte di qualsivoglia "echo chamber" non cambierà mai idea nel leggere le opinioni o argomentazioni di chiunque non sia parte della sua bolla, concetto che di per sé è corretto.

Il distinguo, se posso permettermi di farlo nella mia totale ignoranza, avviene quando ci si rivolge a chi non è schierato o ha dei dubbi. Ma anche qua non è che è automatico che il debunking sia efficace...
Ho visto scene da far accapponare la pelle, con protagonisti molti amici e la cosa mi dispiace pure.


Una persona pubblica un messaggio per combattere i pregiudizi sulle malattie mentali, attaccando però chi non è ben informato. E questo se vogliamo è un errore, perché se attacchi quell'altro si chiude in difesa e non cambierà più idea se non dopo anni per conto suo.

Questa cosa la nota un'altra persona, che commenta che se si hanno pregiudizi contro le malattie mentali è perché a volte queste si traducono in violenza e che averne paura è comprensibile se non si è informati.

Subito è stato aggredito, con commenti che andavano dal "anche l'influenza causa morti", che mi domando cosa volesse dimostrare, forse chi è contagioso va processato per omicidio? Perché è il virus che uccide, non la persona, ma vabbe', fa parte dei bias citati da Quattrociocchi e colleghi... per concludere con "se c'è pregiudizio è anche per colpa di "tizio" che fa commenti ignoranti".

In generale c'è stato tutto un dire e contraddire assurdo, prima negando che la malattia mentale sia pericolosa per sé e per altri definendo il concetto ormai superato, poi affermando che per colpa del pregiudizio altrui la gente non chiede l'aiuto di uno specialista rischiando di grosso, contraddicendo l'affermazione secondo cui non è pericolosa per sé o per gli altri.

Insomma, con tutto il bene e la stima che ho verso gli amici che hanno partecipato alla caciara, che non cito per privacy e perché questo non è un attacco ma una riflessione (spero lo capiscano), quello scambio di commenti è stato quanto di più distruttivo poteva esserci.
Non c'è stato dialogo, non si è cercato di spiegare o comprendere. C'è stato l'attacco accanito, come se chi ha commentato non fosse uno qualsiasi che sollevava un dubbio che può avere chi è ignorante in materia ma fosse un nemico da debellare, con l'unico risultato che chi guardava dall'esterno (me) ha visto unicamente una caciara incomprensibile, ridicola, contraddittoria e incoerente in cui alla fine della fiera un eventuale indeciso si sarebbe trasformato solamente in un fervente convinto.

Così ho ripensato a quello studio, e allora ho capito a cosa si riferiva Walter...
Arriva uno che solleva un dubbio che dal punto di vista di un profano è anche lecito, e questo invece di venir fugato si ritrova aggredito ed etichettato. Così non si va da nessuna parte, e in casi simili veramente il debunking non serve a nulla. Chi è nella sua echo chamber rimane nella sua, specialmente se si aggrediscono gli altri.

E lo so che lo scrivo io che faccio un trofeo della rabbia altrui, ma come dicevo prima non ho nessuna pretesa di essere debunker, cerco solo di dire la verità nel mio piccolo. Chi vuole fare informazione dovrebbe cercare di dialogare con chi ha dubbi, non aggredirlo, altrimenti a chi ti stai rivolgendo? A chi la pensa come te, e grazie al....