La parabola dei lavoratori della vigna - Riflessioni sulle unioni civili

E' un po' di tempo che non scrivo sull'argomento, principalmente perché si sa che ho notato certi estremismi sia da un lato che dall'altro della barricata (come scrissi sulla polemica contro Barilla tempo fa). Ed ecco che la parabola di Cristo aiuta per arrivare ad un punto di incontro:

La parabola dei lavoratori della vigna

C'era una volta un viticoltore che improvvisamente a Settembre si è ricordato che doveva raccogliere la maledetta uva altrimenti corvi, storni e ladri lebbrosi se la sarebbero sgobbata via.
Decide così di deambulare fino alla piazza del mercato ben sapendo che in quel luogo è facile trovare qualche poveraccio disposto a lavorare per lui per quattro soldi.

Come previsto nella piazza trova un gruppetto di dementi ammassato in piazza a fare nulla tranne bere, giocare a carte e bestemmiare santi e apostoli, così decide di reclutarli e portarli a raccogliere l'uva. Era sicuramente gente affidabile.

Il lavoro procedeva spedito, evidentemente alcol e sostanze strane fungevano da forte combustibile per i bestemmiatori appena reclutati, così il caporale viticoltore andò a farsi la pausa pranzo al bordello.
Quando tornò si accorse che benché i lavoratori stessero lavorando bene c'era ancora molto da fare. Così si recò nuovamente nella piazza del mercato, alla ricerca di nuovi disperati da impiegare nella vendemmia.

Trovò un nuovo eterogeneo gruppo di strani personaggi e decise di reclutarli per lavorare per lui.

Anche il nuovo gruppo lavorava bene ma nonostante tutto il lavoro non sarebbe finito in giornata, cosa che evidentemente faceva prudere il culo al viticoltore.


Nonostante mancasse pochissimo all'imbrunire il viticoltore si recò nuovamente nella piazza del mercato, trovando gli scarti degli scarti, la peggior feccia che non è stata presa da nessun altro nel corso della giornata. Ma andavano bene lo stesso purché si finisse in giornata così da caricare i camion per il contrabbando.

Nonostante le premesse gli ultimi lavorarono bene, anche se per poche ore, e alla fine della giornata non era rimasto un solo chicco d'uva nella vigna, lasciando a becco asciutto corvi, storni e quei maledetti ladri lebbrosi.

Venne il tempo di pagare lo stipendio agli uomini che hanno raccolto l'uva.
Prima pagò lo stipendio di quelli presi a lavorare a metà mattina, interrompendo il torneo di briscola e rutti, corrispondendo incredibilmente una giornata intera.
Poi pagò quelli reclutati dopo di loro, e nonostante la mezza giornata corrispose una giornata intera di pagamento anche a loro.

E qui qualcuno iniziò a mormorare.

Infine pagò i primi, che lavorarono tutto il giorno, elargendo anche a loro la paga di una giornata.

A quel punto parlò il rappresentante della prima tranche di sfaccendati, autoelettosi tale in quanto quello con il più alto tasso alcolemico nel sangue, sbottò:
"ma perché hai pagato lo stesso tanto sia a noi sia a quelli che non hanno fatto un casso? In proporzione dovresti darci di più!!!".

Al che il viticoltore rispose con immensa saggezza:
"Piccola merda ingrata e ingorda, hai lavorato un giorno intero e ti è stato corrisposto lo stipendio per quel lavoro. Che cosa casso te ne frega se io ci rimetto del mio per dare lo stesso tanto anche agli altri? Guarda al tuo e non a quello degli altri, non ti è stato fatto nessun torto quindi non lamentarti".*

Riportando la parabola ho finito con il cambiarla leggermente, Ma la morale della parabola è più o meno quella, lo sanno tutti.

Ecco, sentendo questa parabola mi è venuto in mente il movimento di quelli contrari alle unioni fra omo qualsiasi sia la sua forma che difendono "il matrimonio e la famiglia tradizionale" e mi viene solo naturale rispondere come rispose il viticoltore pallequadratizzato per l'occasione:
Finché non ti viene tolto nulla non lamentarti.

Al di là degli estremismi tutto quello che chiedono è una unione che permetta loro di poter andare in ospedale a vedere il compagno/compagna e ricevere le prognosi riservate, cosa che senza di quelle non avviene perché riservate ai familiari.

Tutto lì, semplicemente.
Sempre al di là di estremismi che, ripeto, esistono da entrambi le parti della barricata.
Per questo motivo non mi sono mai trovato contrario alle unioni civili, è giusto che possano stare accanto con chi vivono tutti i giorni e non trattati come estranei per un cavillo burocratico.

*Il racconto potrebbe aver subito una "leggerissima" pallequadrizzazione