Cinque stelle contro i glifosati

I cinque stelle non si smentiscono, e dimostrano ancora una volta di essere i soliti ignoranti promotori di falsità scientifiche. Stavolta nel loro mirino ci sono i glifosati che definiscono cancerogeni ma soprattutto complotto.
Non è una battuta, infatti citano Monsanto, IARC e varie ed eventuali nel comunicato che hanno pubblicato con enorme ritorno economico.

Introduzione:

"Addio al glifosato grazie al MoVimento 5 Stelle. Il Governo si è impegnato a vietarlo in Italia, votando una mozione del M5S sull'uso dei pesticidi in agricoltura. Si tratta dello stesso pesticida di proprietà della Monsanto bandito già in altri stati, come la California, perché considerato 'cancerogeno' dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Un veleno che poi arriva nei nostri piatti."

Vogliamo vedere punto per punto quante falsità hanno detto?

Proprietà di Monsanto

E qui parte il complotto e il loro astio verso Monsanto.
Ma il brevetto è scaduto nel 2001 e ora è di libera produzione. Ergo non è più di Monsanto ma la produce un po' chi vuole.

Considerato cancerogeno dal OMS

No, o meglio non è esattamente così. Il Glifosato è stato inserito nel gruppo 2A.
Lo stesso gruppo che ha fatto urlare i vegani goderecci per l'inserimento della carne rossa al suo interno.
Ma in quel gruppo sono presenti le patatine fritte (ci rinuncerete mai?), i turni notturni di lavoro (Ci rinuncerebbero volentieri tutti), acrilamide, asfalto, legna da ardere, contenitori di vetro, fumi di frittura, tagliare barba e capelli e mi fermo qui, in ogni caso nel gruppo 2A ci sono centinaia di sostanze.
Insomma, si sospetta possa essere cancerogeno ma non ci sono sufficienti riscontri sull'uomo, specialmente sui contadini che usano tali diserbanti, da renderlo certamente cancerogeno.

Veleno che arriva nei nostri piatti

Ma non ci arriva manco per niente.
I controlli sulla qualità del cibo in Italia sono fra i migliori al mondo, e se analizzi i prodotti in vendita normalmente non troverai nulla, e se lo trovi è in concentrazione ben al di sotto delle già strette soglie ammesse dalla legge.
Insomma, se anche ci fosse qualcosa basta lavare un'altra volta la verdura o gli ortaggi e sei a posto.
E anche non andasse via completamente basta ricordare questo: è la dose che fa il veleno.
Come sempre.


Nonostante le demonizzazioni il glifosato è il diserbante più usato in Italia, perché si degrada in fretta, non penetra oltre 20 centimetri nel terreno (non inquina le falde acquifere!), non costringe ad arare in profondità e quindi lo protegge dalla degradazione. Insomma, tanto cattivo non è.

Il rischio è che i contadini che lo impiegano esposti a massicce quantità di questo diserbante possano ammalarsi. Ma i contadini rischiano anche di prendere la silicosi, una malattia dei polmoni causata dal silicio presente nel terreno, anche se rischiano meno di minatori o chi lavora il vetro.

Sito di zio peppe crillo