Recensione "film" Amici Miei: come tutto ebbe inizio

Ricordo ancora come De Sica rispose arrogantemente alle giuste lamentele di Monicelli sulla qualità del film: tolta la superca**ola non è nulla (si lo so è una censura ridicola, ma vallo a dire ai miliardari che mi tolgono pure quei due centesimi per "volgarità"). Vogliamo quindi vedere di che pasta è fatto il suo di Amici Miei, vista l'arroganza con cui ha risposto ad uno dei grandi maestri del cinema italiano?
Ci sono cinque personaggi, di un'originalità da slogare la mascella: il medico, che si rifà a Sassaroli, il mercante/locandiere, che si rifà probabilmente al Necchi, il morto di fame con famiglia, che si rifà al decaduto conte Mascetti, poi c'è una sorta di funzionario, che a quanto pare non ricalca nessun personaggio dell'originale tranne forse Melandri, infine c'è Filippo che era ricco, sposato con una donna ricca a dire il vero, ma è scomparso perché ha tradito troppo la moglie e lei non sopportava più la cosa. Guarda caso lo interpreta De Sica... a quanto pare gli stanno bene le parti da "cine panettone" e se le tiene strette.

Il "film" inizia con la presentazione dei personaggi framezzata da gag gestite e recitate male, il che le rende più scialbe di quanto avrebbero potuto essere.

Come la gag del "facciamo il nano alle suore", inserita nel trailer quindi considerata pezzo forte del film (e figuriamoci il resto) tirata per i capelli, allungata e resa più noiosa che divertente, noia anche per il modo in cui recitano le suore: se la reazione non è credibile il risultato non è divertente.

E si parla di una gag già scialba di base: far passare un nano al posto del bambino così che quando le suore controllano se è maschio o femmina trovano un "membro" spropositato... insomma, la solita comicità da quattro soldi a cui i cine panettoni hanno abituato.

Anche la seconda "zingarata", mostrata come flashback, è di un uno scialbo e inutile che fa cascare le mele, dicono loro: mettono una cavalla in calore di fronte al corteo dell'uomo più importante della città (o così credo per lo meno) così che la sua cavalcata la ingroppi.
Anche in questo caso la gag che in partenza era un po' troppo inutile non è aiutata da dei dialoghi brillanti, relegandola al "non riderei nemmeno sotto gas esilarante".

Trombate, peni, violazioni rettali, urla... il solito repertorio dei cine panettoni insomma, condite da situazioni prese quasi pari pari dai film originali, che funzionavano in quanto originali, girate bene, recitate meglio e con dialoghi che funzionavano.
Nulla a che vedere con la classe, la recitazione, i dialoghi e le situazioni messe in essere da quei piccoli capolavori che erano gli Amici Miei originali di Monicelli.

Insomma, l'arroganza di De Sica è del tutto fuori luogo, in quanto il risultato finale di questo "prequel" è scadente, inconsistente e affatto divertente. Al limite si sorride un paio di volte in un'ora (con Amici Miei invece si ride di gusto).

Va detto, per correttezza, che non tutto del film è da buttare o ispirato ampiamente ai film di Monicelli con tanto della ormai famosa frase che inizia con "che cos'è il genio?", sta di fatto che il risultato non è esattamente soddisfacente. Come detto precedentemente si poteva gestire meglio, ma a rovinare è specialmente la colonna sonora: quasi continua, fastidiosa e spesso fuori luogo.

Il finale in ogni caso è puro sterco, con una sorta di imitazione venuta male (come tutto il resto) di una superc****la.
Se dovessi dare un voto direi 4 su 10, e ci sto andando molto buono.