Recensione "libro": Le avventure di Fil di pasquale veg

Grazie alla segnalazione di una gentilissima donzella sono venuto a conoscenza dell'esistenza del libro "le avventure di Fil" scritto (male) da "Pasquale veg". Credevo si fosse ritirato a vita privata il buon vecchio Pasqualone, avendo constatato la cancellazione della sua pagina Facebook, ma in realtà è più in forma che mai! Ma vediamo in dettaglio la sua fantastica opera:
Un libro non si giudica dalla copertina, ma questo copertina proprio non ne ha...
O almeno, non ce l'ha su Lulu, in altre piattaforme c'è, anche se il dubbio è che quella sia un'immagine di cui ha ottenuto il consenso per l'utilizzo.
In ogni caso mi domando che razza di nome sia Fil, è orrendo, così come è orrenda la sinossi presente su lulu:

"Le avventure di un delfino di nome Fil, una storia per ragazzi molto bella"
UNA STORIA MOLTO BELLA!? Cominciamo molto bene...
Ma vabbè, andiamo ava... cosa? La sinossi l'ha messa sotto forma di recensione!?
Ommadonna... si preannuncia una giornatina niente male!
Però mente sgombra! Nessun pregiudizio e leggiamo il libro.


Si tratta di un racconto molto breve in cui degli animali, totalmente antropomorfizzati, subiscono immense sevizie da parte degli umani brutti e cattivi che inquinano e distruggono a tutto senza rimorsi. Tutti gli umani sono così, malvagi e distruttori, tranne gli animalisti, e questa è una cosa molto interessante per comprenderne la psicologia e la "filosofia" che si annida nella mente dell'autore.

Nonostante il "libro" sia molto breve gli errori non sono affatto pochi, e anzi, non  ci si imbatte solamente in numerosissimi refusi che erano facilmente evitabili, ma anche e soprattutto in parole usate nel modo sbagliato. Come se il buon Pasqualone non ne conoscesse il reale significato.
Potrei tentare di fare un esempio con capisce aglio per cipolla, oppure dicendo che chiama "vettovaglie" l'argenteria.

Oltre i termini usati a caso il lettore viene letteralmente maltrattato da tempi verbali che la buoncostume censurerebbe in due secondi ed orrori come "ora fil è felice, nuotava libero...".

Nel complesso è un testo di una banalità disarmante, sia come racconto sia come scrittura: non si rivolge ai ragazzi, sembra scritto da un bambino di otto anni che si rivolge a bambini di quattro.
Perfino il messaggio animalista viene completamente devastato dall'incompetenza e ignoranza dell'autore, che distrugge praticamente tutto il racconto affermando che il delfino in vasca soffriva fino quasi a morire perché nato per essere libero, ma magicamente il delfino stava benissimo nella vasca degli animalisti. Se sta male in una vasca perché nella seconda sta bene, solo perché è una "vasca animalista"?

Andiamo a vedere nel dettaglio alcuni dei passaggi migliori, sotto il punto di vista comico ovviamente:

"Nato nel mar Mediterraneo il piccolo Fil trascorreva il suo tempo a giocare con gli altri delfini piccoli. Il suo gioco preferito, rincorrersi fino alla massima velocità, andare sotto per poi uscire fuori con un mega salto"
Fantastico background, un carisma dominante! Sono già affezionato al personaggio! Parlando seriamente, Harry Potter era un romanzo destinato ai ragazzi. Si lo so che il paragone con un romanzo di successo mondiale è ingrato, ma serve a rendersi conto che "ragazzi" non significa "cerebrolesi", e che diavolo!

Bellissima la costruzione della frase degne di un anglo magrebino madrelingua sumera: "il suo gioco preferito andare sotto per poi uscire fuori con un mega salto" è semplicemente meravigliosa, non significa niente, sono due spezzoni che non si legano affatto bene fra di loro.
Ma dopo essere uscito fuori riesce anche a uscire dentro?

Questo passaggio è fondamentale ai fini della trama e della comprensione di quanto è scritto male questo racconto:
"Una mattina il piccolo Fil incontrò una tartaruga, ma aveva qualcosa di strano, sembrava in difficoltà. Fil iniziò quindi a domandarle: come stai, dove vai, come ti chiami, ma nessuna risposta arrivò dalla testuggine."

Fantastici questi dialoghi! Sono scritti talmente male che l'autore verrebbe bocciato il primo giorno di scuola elementare, rispedito per direttissima all'asilo nido. Senza virgolette, senza punti di domanda, senza le maiuscole senza i PUNTI!

Immaginati 'sto diavolo di delfino con il cervello ammuffito che parla da solo dicendo "cosa fai, come stai, dove vieni, la testuggine non rispose". Ma poi non è che gli chiede "Ma stai male? Cosa ti è successo?" no, gli afferma in faccia "come ti chiami". Ma tu vedi gente morire per strada e gli chiedi come ti chiami? Assurdo, senza senso e scritto male.

"L'esperienza della mamma fece comprendere al piccolo Fil che la tartaruga non poteva rispondergli, in quanto stava morendo."
L'esperienza del babbo invece in cosa aiuta? Il delfino aveva già capito che qualcosa non andava, come ha scritto (male) giusto una o due righe prima (ammazza che memoria ha) ma ci vuole la madre a confermargli che qualcosa non va, come se già non lo sapessero sia il personaggio mal pensato che il lettore.
Comunque grazie al razzo che stava morendo, le testuggini sono animali di terra, che diavolo ci fa in mezzo al mare?

Tutto questo solamente nella prima pagina, non credere che abbia saltato chissà quanti passaggi: è un concentrato di boiate assurde!

"Mamma delfino e Fil decisero di aiutare la tartaruga, con fatica e tanta volontà riuscirono a liberare la tartaruga"
Cioè la madre non ha nemmeno un nome! E' fantastico il modo in cui descrive la liberazione: tanta fatica e volontà. Ma 'sta ceppa fatica e volontà, ma descrivilo come e cosa hanno fatto! Che spiegazione è? Non ha scritto nulla, è fumoso, inconsistente, è messo li giusto per far andare avanti la storia. Che è successo?

Ma cosa vuole insegnare ai "ragazzi" (del Cottolengo) se nemmeno riesce ad articolare a dovere una frase, una domanda, un dialogo e fallisce pure nel descrivere una cosa semplicissima?
Fra l'altro la tartaruga divenne amica del deLFIno (credo abbia fatto una specie di anagramma macellato, il nome peggiore della storia) senza spiccicare nemmeno una parola, anche dopo liberata dalla plastica (o che diavolo era), nemmeno un grazie, niente.

Salto parti in cui il cervello viene annientato da dialoghi scritti talmente male da non fare nemmeno ridere, sia grammaticalmente che sostanzialmente, che sono in realtà un susseguirsi di virgole e forse alla fine (per generosità eh) si concludono finalmente con un punto interrogativo, che rende ancora più incomprensibile l'intera frase.
Anzi ci faccio uno screen:

La storia continua, fra virtuosismi quali "si girò a 360°", forse nel tentativo di sbrogliarsi il cervello, e i soliti errori grammaticali, ma voglio sottolineare l'estrema incongruenza del racconto: il delfino viene catturato nella baia di Taiji, un luogo usato per pescare i delfini e catturarne alcuni da vendere che sta in Giappone.

Come ha fatto questo benedetto "defilno" a finire laggiù dal Mediterraneo al Giappone non lo spiega, è una gran bella traversata, ma questo è proprio l'ultimo dei problemi narrativi di questa roba.

Il delfino dopo la cattura infatti fa le stesse cose che faceva in mare aperto, ma essendo in cattività sta male e si stava lasciando morire. Peccato che nella baia di Taiji si peschino i delfini dal naso a bottiglia, o tursiopi: sono delfini che resistono e vivono bene in cattività, una delle rare specie che la regge.

Già qui la propaganda fallisce miseramente: se descrivessi le avventure di un cane randagio che viene "catturato da orrendi umani sadici" che lo imprigionano in un grande giardino con acqua pulita, una cuccia calda, cibo a volontà e cure veterinarie tutti direbbero che il racconto è ridicolo.
Però il delfino no, il delfino è diverso secondo lui!

Ma il bello è questo: se in cattività si lascia morire e non si diverte più a saltare il delfino, dopo l'intervento degli "animalisti" (qui descritti ovviamente come persone che fanno cose buone e giuste), ritrova la felicità e mangia, salta e gioca felice come prima. Ma sta ancora in CATTIVITA' in una vasca uguale identica a quella precedente!

Lezione di oggi, vangelo secondo vegano: un animale in cattività soffre se il proprietario lo tiene in una vasca, ma un delfino in cattività in una vasca di animalisti sta una meraviglia perché "percepisce il cambiamento".

Percepisce 'sta gran ceppa percepisce!
Bellissima fiaba si. Una storia molto bella.

Torniamo agli orrori, come dessert di questo piattino di materia organica mal scritta:


Nessun delfino o quasi. Dopo una vita passata a far divertire gli uomini i delfini muoiono, invece se stanno in mare vivono in eterno, alla faccia degli "hunza".
Poi il delfino che salta per ringraziare è il top dell'alienazione dalla realtà: quello nemmeno sa che sei li, chi sei e se sei andato ai delfinari brutti e cattivi, ma credo che spiegarlo a qualcuno che crede che un animale viva in eterno sia impossibile.

Purtroppo l'autore lo ha ritirato, io dovrei averne una copia da qualche parte in un hard disk disperso in territorio nemico ma credo proprio che rileggere tale capolavoro sarà un'impresa.